RESTAURI URGENTI
La basilica ha bisogno di cure
Interventi per mezzo milione di euro, Natale coi ponteggi
Ad un occhio non esperto potrebbe anche apparire in ordine, invece chi è del mestiere ha appurato che la basilica di San Magno, l’edificio più bramantesco tra quelli realizzati all’inizio del Cinquecento, ha necessità di cure. Ecco perché a metà ottobre l’esterno sarà completamente “incerottato” per consentire la partenza dei lavori di restauro.
A dirigerli sarà l’architetto parabiaghese Luigi Terrenghi, 52 anni, estensore dell’intero progetto che consentirà alla basilica di rinascere anche esternamente, dato che le cure che la stessa ha ricevuto all’interno la fanno apparire ancora in buono stato. Le facciate e il tetto non possono, invece, più aspettare.
I MURI MALATI
Come ha spiegato Terrenghi, tra le problematiche più serie spiccano il deterioramento delle decorazioni a graffito della facciata, il degrado delle superfici in pietra arenaria di Viggiù utilizzata per i capitelli, la facciata e le mensole che reggono la trabeazione e, non ultimi, i danni procurati da interventi errati eseguiti in passato (come quelli sulle lesene in cotto che si affacciano su via Luini, restaurate brutalmente con del cemento).
Il tetto, per fortuna, gode di una situazione migliore: la struttura portante, rifatta negli anni Novanta, risulta infatti ancora in buono stato, ma va risolto il problema dei coppi che, non essendo agganciati l’uno all’altro ma solamente appoggiati, scivolano quando soffia il vento, quando la pioggia è più abbondante del solito o anche solo quando i piccioni vi si appoggiano.
IL PROGETTO
Il progetto di restauro si giova delle informazioni che Terrenghi ha acquisito, nel corso di una prima fase conoscitiva e di una successiva indagine per testare la natura dei materiali: è in questa fase che è emerso, ad esempio, come molti intonaci ritenuti a base di calce siano, invece, a base di cemento, materiale totalmente inadatto, perché antitraspirante e, dunque, agevolatore di umidità. Autorizzati dalla Sovrintendenza, i lavori partiranno, come si diceva, a metà ottobre e termineranno nell’estate del 2020. Il ponteggio, che andrà ad occupare una superficie di 2.700 metri quadrati per circa 25 metri di altezza, sarà invece rimosso in primavera. A Natale, quindi, la basilica sarà nascosta dal ponteggio.
I FINANZIAMENTI
L’intervento di restauro ammonta a circa 500mila euro. La spesa sarà coperta grazie a un finanziamento della Fondazione Cariplo e, si spera, anche di Regione Lombardia (la parrocchia ha infatti partecipato ad un bando ed è in attesa del responso). È sorto inoltre un comitato di legnanesi e non, che contribuirà a raccogliere fondi e la cui composizione sarà resa nota solo in occasione di una serata che sarà organizzata il prossimo 8 ottobre. «Questo edificio - ha dichiarato monsignor Angelo Cairati, che tiene moltissimo al progetto - è patrimonio religioso e culturale della città e dell’intero territorio in cui quest’ultima è inserita: ecco perché ha bisogno del sostegno di tutti. Io, in qualità di custode pro tempore, devo fare di tutto per conservarla, in modo da poterla tramandare integra, nel tempo».
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