VERSO IL PALIO
Maggio nei manieri, la rivincita dei goliardi
A Legnano scherzi e controscherzi tra contrade

Il Palio è una cosa seria, ma non può prescindere da due cose: il divertimento che nasce dalla passione e la goliardia. Accade così che davanti al maniero di San Domenico in via Bixio il pomeriggio che precede l’iscrizione delle contrade al Palio i contradaioli biancoverdi trovino una bella sorpresa: davanti alla sede è comparsa una rete metallica, di quelle che delimitano aree di lavori in corso, con tanto di lucchetti e cartelli che indicano un trasloco imminente e l’annuncio del trasferimento del maniero a Castellanza. Per tutta risposta la sera successiva l’auto brandizzata della contrada Sant’Erasmo è stata ritrovata nel parcheggio “ingabbiata” dalla stessa rete metallica con un invito a ritrovare le chiavi dei lucchetti in una entusiasmante caccia la tesoro per la città.
Gesti goliardici che hanno fatto sorridere sia i biancoverdi sia i biancoazzurri che sono stati tutti al gioco e hanno regalato al Palio 2024 una ventata di leggerezza dal sapore retrò. Si perché in passato gli scherzi fra contrade erano all’ordine del giorno nelle settimane che precedevano il Palio.
I PRECEDENTI
Tanti gli aneddoti, di ogni tipo, che dimostrano come una volta la fantasia dei contradaioli era ben fervida e attiva, quando ancora non esistevano i telefonini con tutte le loro alienanti distrazioni, e il gioco e lo sbeffeggio erano accettati e ricambiati con sempre maggior entusiasmo. Si torna indietro nel tempo, negli anni’60 e ‘70 con alcuni gesti goliardici più eclatanti come il ratto di un fantino, scaricato poi in un autogrill lungo l’Autostrada dei Laghi per impedirgli di arrivare in tempo al Palio, oppure il cancello di casa di un Gran Maestro saldato e lucchettato la mattina della cerimonia del Palio per rendergli un po’ più difficoltosa la giornata. O ancora il cumulo di sabbia davanti alla porta di casa di un capitano, oppure un carico di pesce “scaduto” riversato davanti a un maniero, oppure l’edicola di un contradaiolo “nemico” puntualmente verniciata con i colori avversi la notte prima del Palio. Negli anni’80 e ‘90 si sono poi susseguiti gli scherzi fra contrade “nemiche” sempre nel segno della goliardia più autentica, fino al ratto delle castellane. Chi poi, in tempi più recenti, non ricorda una delle cene propiziatorie della vigilia di Legnarello quando in piazza del Santissimo Redentore dagli altoparlanti nel bel mezzo della serata si udì il gracchiare incessante di un corvo a squarciagola disturbando il discorso della reggenza giallorossa. O ancora, per prendere in giro la contrada “nonna” (ossia quella che da più anni non vince un Palio) alla Traslazione un gruppo di anonimi contradaioli si presentarono in piazza travestiti da innocue vecchiette. La goliardia insomma nel Palio c’è sempre stata, con scherzi fantasiosi e sfottò di ogni tipo sempre fra contrade, sempre gestiti con rispetto e misura.
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