INDAGINE FINITA
Piazza pulita, subito il processo
La Procura ha chiesto il giudizio immediato per Fratus, Cozzi e Lazzarini

Come da previsioni, il pubblico ministero Nadia Calcaterra ha firmato la richiesta di giudizio immediato per il sindaco Gianbattista Fratus, per l’ex vicesindaco Maurizio Cozzi e per l’ex assessore Chiara Lazzarini.
Ovviamente l’ultima parola spetta al gip, che avrà due scelte: fissare una data per l’udienza dibattimentale oppure - caso piuttosto raro - respingere la richiesta.
Quattordici i faldoni che la procura ha trasmesso al gip, in cui compaiono nuovi elementi probatori raccolti dal pm e dalla guardia di finanza di Milano nel corso di quasi tre mesi. Non ci sono nuove contestazioni o nuovi indagati, ma intercettazioni, documenti, atti, testimonianze. E molti messaggi scaricati dagi smartphone dei tre indagati in cui - a quanto pare - i riferimenti al sistema di controllo delle nomine sarebbero molteplici.
Gli avvocati Cesare Cicorella, Maira Cacucci ed Enrico De Castiglione hanno ancora una buona finestra temporale per chiedere un eventuale patteggiamento che porterebbe alla revoca degli arresti domiciliari per tutti.
Con il giudizio immediato i termini di custodia cautelare (che sarebbero scaduti a Ferragosto) si allungano di altri sei mesi, quindi il rischio è che Cozzi, Fratus e Lazzarini restino chiusi in casa fino al giorno dell’udienza.
A dire il vero l’ex vicesindaco ha ancora una carta da giocare in sede di ricorso: il 6 agosto infatti i giudici d’appello si pronunceranno sulla richiesta di potersi recare nel suo studio legale per portare avanti la propria attività.
Tre ore al mattino e tre ore al pomeriggio. L’avvocato Cicorella aveva motivato l’istanza con la necessità di preservare gli affari ed evitare contraccolpi economici.
Il gip Piera Bossi però aveva rigettato, ritenendo che Cozzi non fosse poi sull’orlo della rovina e che quindi la professione - è lui avvocato civilista - avrebbe potuto attendere.
Come è noto dal 16 maggio ormai, i tre sono accusati a vario titolo di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione elettorale.
Un incarico in cambio di voti, la nomina di «soggetti e amici e conoscenti, manovrabili e in futuro riconoscenti» attraverso «spregiudicate manipolazioni di procedure», fecero notare gli inquirenti in conferenza stampa.
L’indagine iniziò nell’ottobre del 2017, quando Fratus si presentò in procura a Busto Arsizio per portare un dossier anonimo che in ventuno punti riassumeva una serie di perplessità su come la partecipata Amga fosse stata gestita tra il 2013 e il 2017, quando direttore generale era Lorenzo Fommei e presidente era Nicola Giuliano. Giuliano rispose con una querela per diffamazione contro ignoti, a questo punto per gli inquirenti si trattava di capire se quel fascicolo, che evidentemente era stato confezionato da persone interne all’azienda, riportasse fatti veritieri o se si dovesse procedere per calunnia contro ignoti.
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