LO SCANDALO
Legnano, sindacalisti indagati per truffa
Falsi contratti di lavoro per non pagare i contributi: 51 nei guai

Chiuse le indagini legate alla presunta maxitruffa aggravata ai danni dell’Inps sulle false aspettative sindacali. L’atto che prelude la richiesta di rinvio a giudizio del pm milanese Paolo Storari, “regista” delle indagini della Guardia di Finanza del capoluogo lombardo, ha messo nel mirino 51 tra sindacalisti ed ex sindacalisti in forza ai Confederali. Ancora da fissare l’udienza preliminare. Nel dettaglio, trentaquattro indagati ricoprono o hanno ricoperto incarichi dirigenziali a pieno titolo nella variegata galassia Cisl lombarda e 14 in quella della Uil. Solo due i sindacalisti della Cgil coinvolti.
CGIL, CISL E UIL
Tra gli indagati, prossimi imputati, per truffa, figurano anche un ex segretario della Fim-Cisl di Legnano e Territorio Laghi di Varese, oggi settantenne, e l’ex segretario della Femca-Cisl Ticino Olona, classe 1946. Destinatari dell’avviso di chiusura indagini anche un cinquantasettenne segretario della Filcams-Cisl Ticino Olona, un sessantunenne legnanese dirigente della Fim-Cisl e Fai-Cisl Milano Metropoli, nonché un varesino, oggi quarantasettenne, al lavoro presso la Fim-Cisl Territorio dei Laghi. Il raggiro è presto spiegato ed è basato su aspettative sindacali ottenute grazie a finte assunzioni in aziende che garantivano sgravi ai sindacati. Carte alla mano, una truffa ai danni dell’Inps, parte offesa nella vicenda, in quanto chiamata a pagare i contributi ai sindacalisti, e realizzata con «contratti di lavoro finti sottoscritti da “operatori sindacali” con società compiacenti, al solo fine di fruire dell’aspettativa sindacale non retribuita, con conseguente risparmio contributivo per i sindacati, perché i contributi tanto li versa l’Inps…». In pratica, quando il lavoratore è in aspettativa sindacale non è pagato dal datore di lavoro, bensì dall’associazione sindacale, che però non deve versare i contributi. Questo è il primo vantaggio. Il secondo vantaggio, stando alle indagini, sta nel fatto che coi contratti di lavoro “fasulli” erano le imprese a pagare il dipendente, quando non era in aspettativa sindacale, ma quel finto dipendente in realtà lavorava sempre e soltanto per il sindacato. Tanto per capirci, i finti dipendenti per almeno sei mesi, ossia il periodo di prova, ricevevano lo stipendio dalle imprese, ma di fatto prestavano servizio per le associazioni sindacali, e poi venivano “distaccati in aspettativa sindacale non retribuita”: non li pagavano le società, ma i sindacati, come prevede la legge, e i contributi previdenziali, però, venivano versati dall’Inps. Guarda caso, l’accusa formulata dai magistrati di Milano è di truffa ai danni dell’Istituto pensionistico, una frode nella quale i lavoratori sarebbero stati meri strumenti del meccanismo truffaldino architettato. «Le assunzioni strumentali sono state proposte, di volta in volta, dai segretari generali e organizzativi pro tempore delle rispettive sigle sindacali», si legge in uno dei due sequestri del gip milanese Anna Calabi finalizzati alla confisca per quasi un milione di euro. Di più: i contratti di lavoro fittizi erano sottoscritti «presso gli uffici del sindacato di riferimento». Quindi nessuno ha potuto fingere di non sapere quello che stava succedendo in quel periodo.
MECCANISMO COLLAUDATO
Per poi aggiungere: «Le persone sentite a sommarie informazioni (dipendenti e operatori sindacali) hanno sostanzialmente dichiarato che al fine di esercitare l’attività sindacale erano stati indotti, talvolta, a sottoscrivere contratti di lavoro “fittizi” con imprese private, per poter fruire dell’istituto dell’aspettativa sindacale non retribuita, con conseguente risparmio contributivo per i sindacati», aveva ribadito il gip Calabi. «Tra febbraio e marzo 2005, sono stato contattato dall’allora segretario generale della Fim Cisl Legnano, il quale mi ha proposto un’assunzione presso una storica azienda meccanica di Villa Cortese così da poter usufruire successivamente di un’aspettativa non retribuita e lavorare, quindi, a tempo pieno, per il sindacato», aveva messo a verbale, sentito dalle Fiamme Gialle, un funzionario non indagato. Dettaglio non da poco, per quanto ufficialmente assunto dall’impresa di Villa Cortese dal 2006 al 2019, ha sempre lavorato per la Cisl.
© Riproduzione Riservata