LA MANIFESTAZIONE
Legnano: «Un fiore per Vasilica»
Ritrovo in piazza San Magno per ricordare la 35enne uccisa. Il sindaco: «Mi fa piacere vedere tanti uomini»

È una città che si genera dalla piazza quella che si è raccolta in piazza San Magno nel pomeriggio di oggi, venerdì 30 maggio, per il presidio intitolato “Un fiore per Vasilica”.
A unire tutti è stata la volontà di ricordare Vasilica Potincu, la giovane trentacinquenne uccisa con nove coltellate tra sabato 24 e domenica 25 maggio nell’appartamento di via Stelvio 16. Una morte che si aggiunge alle ventisei donne uccise in cinque mesi e che ricorda che, al contrario degli omicidi e dei reati violenti, il femminicidio continua ad aumentare la sua triste statistica.
In piazza, sotto i rintocchi del campanile di San Magno, c’era la politica, tutta: un esempio forte e trascinante di fronte comune davanti a problemi sociali che non possono e non devono dividere. C’erano le associazioni, con Auser Filo Rosa e Donne in cammino per la pace a fare da capofila, c’erano le scuole, c’erano le comunità e i nuovi cittadini. Soprattutto c’erano gli uomini che parlavano agli uomini a partire dal sindaco Lorenzo Radice che non ha avuto timore nel condividere la sua emozione dopo l’intervento in piazza.
«La cosa che mi fa piacere, rispetto ad altre volte, è che oggi in piazza vedo tanti uomini - ha sottolineato Radice chiedendo ai presenti di alzare le mani per rendersi visibili - Chiedo a voi uomini, a noi uomini, di non tapparci gli occhi [...] diciamoci che siamo noi i primi a dover cambiare».
Alla comunità invece si chiede di non sfociare in chiacchiericci e gossip pruriginosi, ricordando il doveroso impegno a rispettare il lavoro degli inquirenti e, soprattutto, la famiglia della vittima.
Un dato su tutti deve fare riflettere: in Italia sono 3.500 i figli e le figlie di vittime di femminicidio e loro no, non fanno rumore ma è per loro che è necessario e urgente fermare questa strage.
La morte violenta di Vasilica Potincu ricorda a tutta la realtà dormiente il dramma delle donne vittime della tratta del sesso, esposte a frustrazioni e violenze da parte dei più insospettabili clienti. Non le vediamo o non vogliamo vederle lungo le statali, non le abbiamo viste dietro le porte o le vetrine dei centri massaggi, qualcuno continua a dire che «hanno fatto la loro scelta».
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