L’EDIFICIO
Viaggio nell’ospedale abbandonato da 14 anni
Sacchi a pelo, vecchie coperte e attrezzature in disuso: nel monoblocco di Legnano oggi dormono gli abusivi

La porta è aperta da prima di Ferragosto, quando l’asse di compensato che era stata posizionata per tenere lontano gli abusivi era stata fatta a pezzi per l’ultima volta. Per entrare basta chinarsi e sgusciare al di là del telaio metallico, pochi metri e tutto cambia. Gli abusivi dormono sulla sinistra, vicino all’ingresso dei vecchi ambulatori. In un angolo dell’ampio salone dove un volta si aspettava di essere chiamati per gli esami del sangue, un paio di pannelli sono stati sistemati per creare uno spazio più raccolto. Per terra ci sono un sacco a pelo, vecchie coperte e le tracce inconfondibili di un bivacco. Ma è qualche metro più avanti che davvero la scena si fa di grande impatto, perché il resto del piano terra è ingombro di attrezzature e suppellettili abbandonate durante il trasloco.
DOPO IL TRASLOCO
A Legnano il vecchio ospedale è stato abbandonato esattamente 14 anni fa. Nell’agosto 2010 l’allora direttore generale Carla Dotti organizzò il delicato trasloco di centinaia di pazienti da via Canazza e alla nuova struttura di via Giovanni Paolo II, per due settimane le ambulanze andarono avanti e indietro per trasportare chi non era in grado di muoversi autonomamente, e alla fine il vecchio monoblocco fu blindato. Sprangate le porte, abbassate tutte le tapparelle, nei primi mesi il perimetro del vecchio ospedale era stato difeso da guardie armate. In teoria avrebbe dovuto trattarsi di una soluzione provvisoria, l’idea di Regione Lombardia era quella di vendere al più presto il vecchio monoblocco e la relativa volumetria (circa 90mila metri cubi circa) a un operatore privato, così da reperire i fondi necessari per arredare il nuovo ospedale costruito dall’altra parte della città. In verità le cose sono andare diversamente.
L’articolo intero sulla Prealpina di oggi, martedì 17 settembre
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