SUL PALCO
L’eterno Arlecchino tra gioco e rito, memoria e futuro
In scena Enrico Bonavera, Andrea Coppone e gli attori del Piccolo Teatro Grassi di Milano. Nel Chiostro Vinchi l’installazione del light artist Angelo Bonello
Arlecchino di luce e di legno nel Chiostro intitolato a Nina Vinchi in via Rovello, accanto alla sala del Piccolo Teatro Grassi di Milano, dove dal 23 ottobre al 2 novembre torna la nuova messa in scena dello storico spettacolo con la regia di Giorgio Strehler ripresa da Stefano de Luca Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni, con Enrico Bonavera, Andrea Coppone e giovani attori diplomati alla scuola del Piccolo. E che, prima della “prima” milanese, ha toccato Pechino.
Ad accogliere le giornate di spettacolo, l’installazione originale site-specific, appunto, nel Chiostro Nina Vinchi, che, realizzata dal light artist Angelo Bonello, riproduce le fattezze di un Arlecchino moderno che tiene in equilibrio il bene e il male del mondo in una giocoleria di lettere simboli illuminati in diverse cromie e movimenti, e vuole essere un omaggio alla Commedia dell’Arte, le cui umili origini sono ricordate dal piedistallo spartano di legno antico, e una metafora della complessità dell’uomo contemporaneo. Il riallestimento dello spettacolo diretto da Strehler in questa sua nuova versione firmata da Stefano de Luca era già salito sul palco del Piccolo Teatro il 24 luglio dell’anno scorso, nel giorno esatto in cui lo spettacolo debuttava nel 1947 a chiusura della stagione inaugurale della sala di via Rovello. E fu proprio Strehler, quarant’anni dopo, a mettere quel copione, con gli appunti degli attori che si erano susseguiti nelle interpretazioni, a Stefano de Luca, allora ammesso al corso per attori Jacques Copeau della Scuola di Teatro del Piccolo. E quest’anno lo spettacolo Arlecchino servitore di due padroni del Piccolo torna sul palcoscenico di via Rovello per la dodicesima volta in settantotto anni, con recite che nel weekend sono sovratitolate in inglese e in italiano.
«La regia di Stefano de Luca, secondo la felice intuizione di Claudio Longhi, direttore artistico del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, e la scelta di affidare i ruoli di questa edizione ad ex allievi della Scuola, traducono la visione strehleriana di un Arlecchino sempre giovane, capace di rivolgersi a ogni generazione; anche alle centinaia di nuovi abbonati under 35 che si sono aggiunti al nostro pubblico affezionato – sottolinea nelle sue note di presentazione dell’evento il direttore generale del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Lanfranco Li Cauli –. A compimento della tournée in Cina e in occasione del ritorno dello spettacolo nella sua casa di via Rovello, l’installazione site-specific di Angelo Bonello illuminerà il Chiostro Nina Vinchi con una statua di luce per celebrare il nostro eroe multicolore, vessillo di un teatro che, da sempre, fa, della propria tradizione, un faro per orientarsi tra le sfide del presente». Spettacolo di cui Strehler fece terreno di esplorazione capace di superare il tempo, come «il filo tende a unire le persone, rimanda al ricamo, al creare qualcosa di meraviglioso da una frattura, proprio come il costume di Arlecchino», come sottolineava lo scorso anno il regista de Luca nel presentare le date del luglio 2024, l’opera, nella produzione del Piccolo, ha già superato le tremila repliche. A dimostrare come, usando le parole che sempre lo scorso anno aveva pronunciato Enrico Bonavera, che i panni del personaggio li ha vestiti per oltre trecento volte, come “Arlecchino” «crea fratellanza, comunità, non solo degli attori in scena: lo spettatore assiste alla metafora ideale di come si dovrebbe vivere nel mondo». Le scene sono di Ezio Frigerio, i costumi di Franca Squarciapino, le musiche di Fiorenzo Carpi.
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