CASO MACCHI
Folla per l’ultimo bacio a Lidia
A Casbeno la cerimonia di tumulazione della giovane insieme al papà

Ora Lidia e papà Giorgio riposano finalmente insieme, nel cimitero di Casbeno. Un momento molto atteso dalla famiglia Macchi, da tanti anni messa alla prova a partire dall’omicidio della studentessa, uccisa a coltellate nel gennaio del 1987: di quel delitto non è stato ancora trovato il colpevole, a processo si trova il cinquantenne di Brebbia Stefano Binda come unico imputato. Alla cerimonia di tumulazione, ieri pomeriggio, prima nella chiesa parrocchiale di Casbeno e poi al camposanto, hanno partecipato tantissime persone, in un clima di raccoglimento, dolore e speranza. «Siamo addolorati ma molto sereni», hanno commentato i famigliari tramite l’avvocato Daniele Pizzi, e soprattutto mamma Paola da tempo aspettava questo momento, per dare finalmente sepoltura alla figlia e al marito. La tomba era stata aperta infatti su ordine della magistratura il 22 marzo di due anni fa, per cercare elementi utili alle indagini sulla salma di Lidia, e il 15 aprile di quello stesso anno, ossia poco meno di un mese dopo, era morto papà Giorgio, ma non si era potuto seppellirlo lì perché l’area era sotto sequestro.
La cerimonia di ieri è stata celebrata da monsignor Luigi Panighetti, insieme con don Carlo Garavaglia. «Questa funzione raccoglie dolore e speranza – ha affermato il prevosto durante l’omelia -. La speranza arriva da questa famiglia che, messa ancora a dura prova dai fatti più recenti, non ha mai perso la fede». «Giorgio e Lidia – ha aggiunto – in questo momento sono insieme e li ritroveremo nel giorno che non finisce mai». Alla preghiera dei fedeli, Stefania, sorella di Lidia, ha avuto un pensiero «per gli operatori della giustizia, perché nel delicato compito assegnato loro siano sempre cercatori della verità». Alla messa hanno partecipato molti amici della famiglia Macchi, alcuni dei quali sfilati in Tribunale durante le scorse udienze in Corte d’Assise, come ad esempio Patrizia Bianchi, considerata la supertestimone del processo, che ha intonato i canti della funzione. Presente anche l’ex sostituto procuratore generale di Milano, Carmen Manfredda, che ha chiesto di poter dare un’ultima carezza all’urna con le spoglie di Lidia.
L’urna di metallo, adornata con una rosa bianca, e la bara di legno chiaro con la salma di papà Giorgio sono state poi sepolte. Nei prossimi giorni alla tomba di famiglia saranno aggiunte le spoglie di uno zio di Lidia, fratello del padre, scomparso molti anni fa, poi sarà sigillata del tutto. Finalmente questo doloroso aspetto di una tragica vicenda è stato chiuso, ma resta ancora aperta la questione processuale. Il calendario delle prossime udienze rimane quello già fissato: prossima udienza il 20 febbraio, poi altre quattro il 28 marzo, il 13, il 20 e il 24 aprile. Data, quest’ultima, in cui è attesa la sentenza da parte della Corte presieduta da Orazio Muscato.
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