DENATALITÀ NEL COMMERCIO
Lombardia, negozi in crisi
Nuove aperture meno della metà rispetto a 10 anni fa. L’allarme di Confesercenti. Ecco i dati

Nel 2013 erano state 5.520 le nuove aperture di negozi in Lombardia. Ora, si stima che saranno 3.195 a consuntivo del 2023. Il calo è impressionante. I numeri sono stati forniti dall’Osservatorio di Confesercenti.
CAROVITA E WEB
I motivi? Carovita, rallentamento dei consumi e concorrenza della grande distribuzione e del web, vengono indicati come principali cause. non accelerano solo le chiusure di imprese nel commercio, ma fanno crollare anche le nuove nascite.
E NEL 2030...
Per il 2023 si prevede che in Italia alzino la saracinesca, per la prima volta, solo 20,749 attività; nel 2013 erano state oltre 44.000, più del doppio.
Una crisi di denatalità che ha minaccia il tessuto commerciale: l’Osservatorio di Confesercenti stima che nel 2030 saranno 11.000 le nuove aperture in tutta Italia.
LE ATTIVITÀ PIÙ IN CRISI
Il crollo delle nascite riguarda quasi tutte le tipologie di commercio in sede fissa, con cali particolarmente rilevanti per i negozi di articoli da regalo e per fumatori (-91%, -1.293 nuove aperture rispetto al 2013), per i gestori carburanti (-80%, 441 aperture in meno), per edicole e punti vendita di giornali, riviste e periodici (-79%, pari a -625 aperture), ma anche per i negozi di tessile, abbigliamento e calzature, che nel 2023 dovrebbero registrare solo 2.167 iscrizioni di nuove attività, -3.349 rispetto a dieci anni fa.
Aperture in crisi anche per commercio ambulante: quest’anno il comparto dovrebbe registrare solo 3.626 nuove imprese, con un crollo di -9.377 attività rispetto al 2013.
«SERVONO PROVVEDIMENTI»
«Il Governo punta giustamente ad arginare il calo demografico adottando provvedimenti a favore delle famiglie - commenta Confesercenti -. Una situazione simile di denatalità interessa, però, anche il mondo delle attività economiche. In generale, in Italia, si fa sempre meno impresa, e chi soffre di più è sicuramente il commercio al dettaglio. Il crollo delle nascite di nuove imprese sta accelerando il processo di desertificazione commerciale delle nostre città, privando i cittadini di servizi e i territori di ricchezza e lavoro, e la nostra economia di quei negozi e boutique che hanno fatto conoscere al mondo il Made in Italy e valorizzato le nostre produzioni».
«Occorre adottare provvedimenti per rigenerare il tessuto commerciale senza il quale assisteremmo ad un drammatico impoverimento dell’economia e della qualità della vita delle nostre città» suggerisce Confesercenti.
«Aprire una nuova attività di commercio di vicinato, in un mercato crescentemente dominato da grandi gruppi e giganti dell’online, è sempre più difficile: ed i neo imprenditori, semplicemente, rinunciano, come evidente dal calo delle nuove aperture, inferiore addirittura all’anno della pandemia. Serve quindi un pacchetto di misure ad hoc per sostenere i piccoli esercizi commerciali: noi proponiamo da tempo decontribuzione per i giovani che avviano una nuova attività commerciale e un regime fiscale di vantaggio per gli esercizi sotto i 400mila euro di fatturato l’anno, magari da legare ad obblighi di formazione. Ma bisognerebbe operare con più incisività anche sul versante della rigenerazione urbana, delle piccole e grandi città, dei centri come delle periferie delle aree urbane, per contrastare desertificazione e degrado» conclude Confesercenti.
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