LA BATTAGLIA
Lombardia, Pd: «Sanità in declino»
Pronta la campagna d’autunno, con incontri, volantinaggi e adesivi-slogan, in vista della discussione al Pirellone della riforma. Astuti: «Attuale sistema è indifendibile»

Al via la campagna di autunno del Partito Democratico lombardo in vista della discussione in Consiglio regionale di riforma della sanità, prevista nelle prossime settimane, relativa alla legge di iniziativa popolare che nel corso del 2024 ha raccolto oltre 100mila firme.
Pronti incontri informativi, presidi e volantinaggi in giro per la Lombardia e tutta una serie di manifesti, gonfaloni e, per la prima volta, anche adesivi a terra in tutti i capoluoghi di provincia.
Gli slogan? “Vuoi curarti? Con la destra aspetti e speri. O paghi”; “Un milione di lombardi rinuncia a curarsi, sei tra questi?”; “La destra governa la Lombardia da 30 anni, e tu da quando aspetti quella visita?”. Tutti e tre i messaggi saranno accompagnati dall’invito “cambiare si può”.
«La legge di iniziativa popolare è nata per contrastare lo scivolamento della sanità lombarda verso il basso, fatto certificato dai dati del ministero della Salute e reso ancora più evidente dalla recente elaborazione della fondazione Gimbe, che vede la Lombardia perdere terreno in un solo anno più di tutte le altre regioni, ad eccezione della Basilicata», spiega in una nota il Pd regionale.
«La legge di iniziativa popolare insiste sui principi e verte su quattro punti: universalità del servizio, centralità della prevenzione, priorità dei servizi territoriale e governo pubblico degli erogatori».
Per l’ex sindaco di Brescia Emilio Del Bono, vicepresidente Pd in Consiglio regionale,«la Lombardia è sempre più un territorio dove i cittadini pagano per le cure di tasca propria». «Si calcola che i lombardi spendano almeno 12 miliardi di euro l’anno per avere prestazioni sanitarie che dovrebbero essere garantite dal servizio sanitario nazionale. Se calcoliamo quanto è la spesa della sanità in Lombardia, vuol dire che un terzo delle prestazioni sanitarie è pagato direttamente dai cittadini– ha aggiunto Del Bono -. La stessa cosa vale anche per le nostre strutture territoriali, penso alle residenze sanitarie per disabili e alle Rsa, che non riescono più a stare in piedi e aumentano le rette. Si mettono pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini proprio per un sistema che ormai è entrato totalmente in crisi e lo è per una questione molto lombarda: in Lombardia si è sperimentato un sistema che si diceva essere basato sulla libertà di scelta del cittadino, ma alla fine gli unici a scegliere sono i grandi operatori della sanità privata, che scelgono dove insediarsi e che prestazioni erogare».
Gli ha fatto eco, il consigliere regionale varesino Samuele Astuti: «I lombardi si sono ormai accorti che la nostra sanità in fase di rapido declino. Se ne accorgono ancora di più i medici e tutti gli operatori, che pagano le conseguenze di scelte ideologiche della destra lombarda. Quando se ne accorgeranno anche in Regione? Non è più il caso di difendere un sistema in cui i cittadini devono spendere sempre di più per ottenere cure che dovrebbero essere garantite, sempre che se lo possano permettere. Bisogna cambiare, rimettere la sanità lombarda in linea con i principi contenuti in Costituzione, contro derive che non fanno il bene dei cittadini».
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