LA DENUNCIA
«Qui più omertà che al Sud»
L’emersione delle minacce della ‘ndrangheta non ferma Modesto Verderio

«Non ho paura, ma ripeto che un paese di 12mila abitanti come Lonate Pozzolo non può essere ostaggio e non può essere ricattato da quattro malavitosi. Io sono attaccato e sono nel mirino soltanto per il mio coraggio e per le mie denunce contro il cancro ndranghetista».
Parole chiare quelle di Modesto Verderio, storico militante della Lega Nord prima e attivista di Grande Nord ora, dopo che tra le miriadi di intercettazioni nel processo Krimisa ne è spuntata una in cui esponenti della criminalità organizzata dissero «Merita una lezione, stavolta lo mando all’ospedale». Intercettazione che, ha fatto sapere Paolo Tiziani, fondatore della pagina Facebbok «Comune di Lonate Pozzolo pagina politicamente scorretta» e amico da sempre di Verderio, farebbe riferimento alla chiusura dell’ultima campagna elettorale per le comunali del 2018: «Dalle indagini parrebbe che due personaggi volessero picchiarlo, ma sbagliarono la sede dell’ultimo incontro». Sarebbe dovuta essere una ritorsione per la frase «Si potrebbero mandare a casa a calci nel sedere e farli tornare a casa loro».
Mai ricevute
Certamente leggere quelle minacce ha lasciato esterrefatto Verderio. Perché per lui sono una novità, per altro appresa da carte processuali. «A livello personale o telefonico non ho mai ricevuto minacce», rimarca. E lo fa con l’orgoglio di chi non ha frequentato mai certi ambienti e si è sempre opposto ad alleanze politiche che le indagini hanno rivelato essere pericolose. Poi aggiunge: «Probabilmente le mie battaglie, a partire dal processo Bad Boys fino alle successive ramificazioni, hanno dato fastidio». Soltanto denunce alla popolazione. Con una chiara consapevolezza: «Non si può dire o pensare che quello che sta accadendo sia un fulmine a ciel sereno». Stima e fiducia nella magistratura, quindi. E soprattutto una constatazione: il paese sta rinascendo. «Nel 2009 alla nostra manifestazione contro la ‘ndrangheta c’erano zero lonatesi, dieci anni dopo la marcia degli onesti voluta dal sindaco Nadia Rosa ha portato in piazza un migliaio di persone», ricorda. «A Lonate c’è omertà, forse più che al Sud, ma ora si intravedono segnali di svolta e di resistenza. E se qualcuno coraggiosamente parla scopre di poter finire all’ospedale».
Uno dei peggiori
L’aneddoto raccontato da Tiziani, anch’egli con un passato nella Lega, fa riflettere. Chiacchiere tra amici che però dicono tutto a proposito del giudizio maturato sul paese e sulla comunità che lo popola. O almeno, su una parte di essa. Perché la stragrande maggioranza dei lonatesi è onesta. Ma le opinioni e i racconti quotidiani testimoniano come sia difficile intravedere, nonostante il grande impegno della magistratura, delle forze dell’ordine e dell’amministrazione comunale, quella svolta da tutti auspicata. Dice Tiziani: «Ho amici a Vedano Olona e Varese che semplicemente mi dicono: “Ma dove vivi?”. Percepiscono Lonate Pozzolo come uno dei paesi peggiori della provincia simile ai peggiori Comuni calabresi». Chiaro il messaggio e la conclusione: «Ogni giorno se ne scopre una nuova. Bisogna fare piazza pulita». Per dare corpo alla rinascita morale, civile e sociale di Lonate.
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