ROMA
L'Ucei, 'Fiera Levante ci ripensi, così favorisce l'odio

(ANSA) - ROMA, 18 AGO - "Al presidente Frulli chiediamo di
ripensare la sua scelta di escludere Israele dalla Fiera del
Levante". Così in una nota la presidente dell'Ucei Noemi Di
Segni. "Ci si può impegnare a favore della popolazione civile
palestinese - aggiunge - con azioni di concreto supporto anziché
intraprendere iniziative che aiutano solo a fare palpitare il
cuore e favorire realmente chi promuove propaganda e campagne di
odio. Se poi vige un filtro morale che porta a escludere Paesi
in quanto tali con tutte le loro aziende ci aspettiamo un elenco
molto lungo di Paesi che esprimono politiche lontane da ogni
concetto di umanità e democrazia".
Di Segni suggerisce di impegnarsi in azioni di supporto di
altro genere, "come stanno facendo numerosi enti e Paesi, tra
cui l'Italia, e la stessa Israele. Il boicottaggio di Israele
nel suo insieme - dice ancora - non solo non aiuterà i bambini
di Gaza a recuperare infanzia e sogni perduti come li hanno
persi quelli israeliani dopo il 7 ottobre, ma non aiuterà a fare
emergere una loro classe dirigente, di ingegneri ed esportatori
capaci di investire e vedere oltre l'economia gestita oggi da
Hamas".
"Nell'immediato - prosegue la presidente - danneggia la
stessa Puglia svuotando il territorio di una presenza che da
anni opera nella Regione portando sviluppo, tecnologie
innovative specialmente nel campo dell'agricoltura e trattamento
delle acque con soluzioni di avanguardia, cosi come il turismo,
la ricerca. E sono proprio aziende israeliane dei Kibuz e città
colpiti il 7 ottobre che credevano fermamente nella convivenza
con i palestinesi e con loro hanno maturato modelli di sviluppo
e trasferimento di know how e tecnologie ad essere colpite da
questa decisione. Quelle che guardano ai legami con città e
regioni gemellate per vicinanza climatica, in Italia e nella
stessa vicina Gaza, che invece potrebbero aiutare quel 'giorno
dopo' per una ricostruzione e recupero a favore della
popolazione palestinese. Perché allora non invitare proprio
queste aziende, università, entità esperte israeliane capaci di
promuovere il bene anche di Gaza? Perché questa illogicità?"
"Se poi - sostiene poi - vige un filtro morale che porta a
escludere Paesi in quanto tali con tutte le loro aziende, ci
aspettiamo un elenco molto lungo di Paesi in continenti diversi
che esprimono politiche lontane da ogni concetto di umanità e
democrazia. Anche tra quelli impegnati in guerre sanguinarie e
nella persecuzione dei propri cittadini non c'è traccia nella
linea politica adottata per questa importante Fiera.
Evidentemente - conclude - il mercante in Fiera ha mischiato
molto bene le carte ed è rimasto solo l'azzardo e un certo tipo
di interessi e sentimenti a guidare le scelte di un Ente
pubblico che dovrebbe con senso di responsabilità saper
concorrere a sviluppare relazioni generatrici di bene e sviluppo
a livello locale". (ANSA).
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