AZZURRO SBIADITO
Luciano Spalletti e Oronzo Canà
L’analisi di Andrea Anzani sulle vicissitudini della panchina della Nazionale

Se non si trattasse della Nazionale quattro volte campione del mondo, penseremmo alla trama di un film sul calcio sul filone de “L’Allenatore nel pallone” o “Il presidente del Borgorosso Football Club”. Invece non si tratta di una riedizione delle vicende di Oronzo Canà o di Benito Fornaciari anche se Luciano Spalletti e Gabriele Gravina molto han fatto per replicarli.
Come sia possibile che si sia arrivati al punto da mandare in panchina in una gara fondamentale delle qualificazioni mondiali un allenatore esonerato, è inspiegabile. Anzi, no. Si spiega con la totale inadeguatezza del vertice federale, di un presidente inadatto al ruolo, capace solo di barcamenarsi nella mediocrità del compromesso. Un numero uno federale salito sul trono di via Allegri e confermato da pochi mesi con una maggioranza bulgara non per conclamate qualità bensì per pochezza, o forse meglio, per mancanza di alternative.
Questo è il calcio italiano: un baraccone dove sguazzano i Lotito, sopravvivono i Cellino, governano i Gravina. Senza entrare in analisi tecniche o sulla qualità media dei calciatori di casa nostra perché non è questo il momento (a breve ritornerà in auge il fatto che i bimbi non giocano più per le strade e che ci sono troppi stranieri nelle squadre), va da se che Luciano Spaletti abbia peccato di presunzione (in effetti non gli ha mai fatto difetto) nell’assumere un incarico decisamente più grande di lui: più per la sua tenuta mentale che per la sua preparazione. Sedersi sulla panchina che è stata di Pozzo, Bearzot e Lippi comporta non solo conoscenza e spessore tecnico, ma pure la qualità del saper scegliere, gestire, navigare e pure quel saper fare un passo indietro.
Quello che il tecnico di Certaldo non ha ritenuto di fare dopo il fallimentare Europeo della scorsa estate, ritenendo di avere tra le mani una bacchetta magica. Che però aveva esaurito i suoi poteri nella sua straordinaria stagione napoletana. Stasera andrà in panchina da sfiduciato dal Borlotti-Gravina di turno come un Oronzo Canà dei nostro giorni.
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