RAPPORTO INTERROTTO
Niente orgasmo, lei gli fa lo sconto
Cliente e prostituta litigano davanti alla Polizia. La donna restituisce 10 euro

A un certo punto, la prostituta si è stufata. Quel suo cliente ci stava mettendo davvero troppo a concludere il rapporto sessuale per cui l’aveva pagata e che la coppia, attorno alle 2 di notte, aveva deciso di consumare all’interno di una lavanderia automatica del territorio.
L’esercizio commerciale funziona sempre, 24 ore su 24, e a quell’ora di persone intente a lavare i panni non ce n’erano. Così si sono appartati per accoppiarsi.
Ma quella prestazione è andata ben oltre il tempo consueto e la ragazza ha deciso di dire basta, ritenendo di aver fatto quello che doveva. Meno d’accordo era invece l’uomo che, avendo sborsato 40 euro, pretendeva di concludere la prestazione senza che gli si mettesse fretta.
È così finita che i due si sono messi a litigare rumorosamente, finché qualcuno non ha chiamato la polizia e la volante si è presentata sul posto. Davanti allo sguardo stupefatto degli agenti, prostituta e cliente hanno spiegato le loro rispettive ragioni: lei era convinta di essersi meritata il compenso, lui di dover riavere il denaro versato.
Finché non hanno trovato un accordo, oltretutto riportato nel verbale steso dalla pattuglia per spiegare il contesto da cui si era generata la vicenda: «La donna restituiva al suo cliente la somma di 10 euro quale risarcimento, in attuazione del codice dei consumatori, ovvero della cosiddetta garanzia con formula soddisfatti o rimborsati».
In pratica quell’incontro sessuale, trattato come un detersivo, è stato concluso con la concessione di uno sconto.
Una vicenda che non sarebbe trapelata se non fosse che sulla testa del cliente, uno straniero di origine marocchina, pendeva un provvedimento di espulsione risalente a tempo prima e al quale non aveva ottemperato.
È per questo che la singolare situazione è stata trattata l’altro giorno davanti al giudice di pace, chiamato appunto ad esprimersi sul «classico» reato di clandestinità, ma che ha dovuto anche sviscerare il motivo per il quale l’uomo fosse incappato nei controlli. E anche la sentenza ha voluto tener conto di quel paradossale episodio, come spiega Riccardo Piga, avvocato d’ufficio dello straniero: «È stato sì condannato a 10mila euro di pena pecuniaria - racconta - ma gli sono state concesse le attenuanti generiche, solitamente negate ma stavolta ritenute da applicare in virtù delle circostanze, diciamo, particolari».
E per commentare il processo, anche il legale si attiene allo stile che ha contraddistinto l’intera vicenda: «Il mio cliente, oltre al danno quale consumatore, per quella notte deve pagare anche la beffa in quanto clandestino».
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