FRANA
Luino, sassi in casa come proiettili: la montagna fa paura
L’altra notte nuovi distacchi e danni alla palazzina già evacuata. Nel pomeriggio il vertice in prefettura

C’è attesa per l’incontro in Prefettura a Varese oggi, utile a cercare soluzioni percorribili per la frana che giovedì 5 gennaio si è staccata nella frazione luinese di Creva dalla montagna denominata Mina, all’altezza del civico 93/C.
Frana che ha obbligato le autorità a sfollare 25 persone. La necessità di intervenire in maniera definitiva è ancor più urgente pensando al fatto che - ancora sabato sera poco prima della mezzanotte - vi sono stati altri grossi distacchi di massi da quella parete. Un nuovo boato ha infatti spinto i condomini del palazzo accanto a chiamare i vigili del fuoco che si sono immediatamente recati sul posto.
Alcuni sassi staccatisi nell’urto con le altre pietre finite nel grande vallo che accoglie questo materiale, ormai saturo, hanno colpito la palazzina svuotata dai suoi residenti sulle finestre rompendo vetri, tapparelle, entrando di forza negli appartamenti. Ci fossero state le persone in casa, sarebbe potuto accadere il peggio.
La pioggia di queste ore non ha certo aiutato a saldare i massi in bilico ben visibili anche a occhio nudo. Il sindaco di Luino Enrico Bianchi ancora ieri ha portato avanti colloqui su questo fronte, ribadendo l’importanza della rete tra enti che si è venuta a creare con le dichiarazioni dell’assessore di Protezione Civile di Regione Lombardia Pietro Foroni e il sopralluogo del vicepresidente della Provincia Alberto Barcaro.
Oggi i tecnici spiegheranno che cosa sta avvenendo su quella montagna, i loro dubbi e le proposte per chiudere definitivamente un’odissea lunga oltre 30 anni fatta di timori per il susseguirsi di frane più o meno importanti. Vi è la volontà di tutti di evitare, è il caso di dirlo, una tragedia e lungimirante fu il Genio civile negli anni ‘90 che provvide a creare un vallo, una sorta di serbatoio tra la montagna e la palazzina, con reti paramassi metalliche in parte divelte nei giorni scorsi. Un vallo che per funzionare deve essere pulito periodicamente, svuotato da pietrame, da rocce che se si accumulano possono addirittura fare da trampolino al materiale che cade in sequenza, facendolo finire sopra la casa costruita negli anni ‘70. Già, perché in molti si chiedono come sia possibile avere fatto costruire degli appartamenti in quel punto, qualcosa di assolutamente impossibile con le attuali normative. Sia chiaro, chi si aspetta una bacchetta magica, una soluzione finale veloce e un rientro celere nel civico 93C a Creva rischia di rimanere molto deluso.
Ci sono opzioni sul tavolo: da giovedì i tecnici comunali, il geologo Fabio Meloni, da sabato anche i rocciatori, si sono fatti una precisa idea che deve seguire i canali procedurali corretti con la ricerca di risorse importanti. La rete, non solo quella paramassi a Creva, deve poter aiutare dodici nuclei familiari a fare ritorno a casa propria.
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