IL CASO
Lumini nel lago, polemica accesa
Recuperate oggi gran parte delle lanterne sfuggite alla Red Night benefica di sabato 10 giugno

Una manifestazione meritoria, un lago malato e non da sabato 10 giugno, una serata che non s’è conclusa, come da programma alla fine dell’evento.
Cioè con tanti applausi e sospiri diretti a speranze a forma di lumino. E la barca di due volontari che oggi, lunedì 12 giugno, solcando le acque tra Schiranna e Bodio Lomnago, si sono messi a pesca di decine di lanterne biodegradabili solo in parte. Pesci, pardòn, lumini recuperati?
«Una trentina», spiegano Ferdinando Mattei e Jerry Calamaro.
Il motivo della pesca?
Il fatto che è finita in un Black Monday la Red Night di sabato 10 giugno alla Schiranna, ovvero la notte delle lanterne galleggianti, ideata dai giovani volontari del Rotaract Varese Verbano per sostenere Gemma Rara, istituto di ricerca per le malattie genetiche.
I ragazzi del Rotaract, che si danno da fare tutto l’anno per aiutare il prossimo con iniziative solidali (dal sostegno al Molina all’aiuto alla mense della Brunella e della Caritas allo stesso Armadio di via Marzorati), questa volta si sono ritrovati, loro malgrado e complice qualche sottovalutazione, al centro di una polemica che riguarda anche l’ente patrocinatore della riuscita manifestazione. Cioè il Comune di Varese, la cui giunta aveva dato il benestare all’iniziativa celebrata sabato proprio al lido della Schiranna. E la cui polizia locale ha invece esibito, sabato sera stesso, un verbale di contestazione per l’utilizzo non autorizzato di una ventina di transenne.
Che cosa è successo?
«C’era stata concessa in uso piazzale Zanzi, cioè l’area fronte lago accanto al Lido della Schiranna - spiega Beatrice Bertoni, studentessa universitaria e ideatrice dell’evento -, inclusa la strada. Così prevedeva l’autorizzazione. Invece parte del ricavato dovremo versarlo per pagare il verbale, perché dopo tre ore di sopralluogo c’è stato detto che non potevamo chiudere la strada alle auto. Qualcuno ha protestato e…».
Mentre la polizia locale contestava, gli organizzatori han perso di vista le lanterne, in tutto oltre trecento affidate alle onde del lago con tanto d’intenzioni. E qui s’accende la polemica.
Già domenica 12 luglio c’è stato chi ha accusato i ragazzi del Rotaract d’aver «inquinato» il Lago di Varese, lasciando andare alla deriva lanterne biodegradabili solo in parte.
«Avremmo seguito il corso delle lanterne per poi recuperarle tutte e pensavamo d’averlo fatto - spiega Barbara-. Purtroppo ho sottovalutato io per prima la possibilità che da soli, benché con due barche a disposizione, non saremmo riusciti a recuperare tutti i lumini».
Una trentina li ha recuperati oggi pomeriggio il duo Mattei-Calamaro...
«Abbiamo saputo che c’era un problema ambientale - spiegano all’unisono i due improvvisati pescatori di lumini -. A noi non piace parlare di lago per riempirci la bocca di buone intenzioni. Così ci siamo dati da fare per aiutare i ragazzi del Rotaract. Forse quel che è successo non è proprio tutta colpa loro».…
Le lanterne erano state visionate dagli uffici comunali?
«No - risponde Beatrice - ma erano tutte biodegradabili».
Inclusi i fornellini metallici?
«No, però pensavamo di averli recuperati tutti. E infatti siamo stati all’opera tutta la notte tra sabato e domenica, fino alle cinque e pure tutta la giornata di oggi, mia madre e io ne abbiamo recuperate un centinaio di forme diverse, perlustrando tutto il lago. Quelle sfuggite al controllo di sabato erano finite in mezzo a scarichi di ogni tipo: un water, un vaso di vetro con dentro muffa, contenitori di detersivo, alghe. Il problema - prosegue Beatrice - è che sabato si sono presentate persone che avevano lanterne loro, di altre forme. Mentre eravamo impegnati a ricevere la contestazione della polizia locale, s’è creata confusione e tante persone hanno messo in acqua i propri lumini. Lanterne che si sono aggiunte alle nostre. Sono mortificata per questo strascico polemico che non ha nulla a che vedere con tutto quello che cerchiamo di fare per Varese e per chi ha bisogno. Ci hanno rinfacciato che 15 euro di contributo libero minimo erano troppi per ricevere un lumino e una consumazione e per animare la serata dei bambini. Forse non tutti hanno capito che di quei soldi a noi in tasca non viene un centesimo. Vanno tutti a chi opera per il bene altrui, che sia la ricerca scientifica o le mense di via Luini e della Brunella».
«Forse - incalza Riccardo, un altro organizzatore - è più comodo criticare chi tenta di fare qualcosa di bello per i varesini, guardandosi bene dall’alzare un dito quando c’è bisogno. Magari fossero tutti come Nando e Jerry che neppure conosco ma che ringrazio. Sabato, per la nostra iniziativa, sono venute persone da Como, Mantova, Lugano. C’è stato chi a quelle lanterne ha affidato messaggi di speranza legate alla guarigione da un tumore o alla possibilità di riuscire evitarsi uno sfratto per non finire sulla strada coi propri figli. Noi le nostre responsabilità ce le prendiamo e, seppure demoralizzati, continuiamo a tentare di aiutare chi sta peggio anche organizzando serate così. Quel che fanno altri riguarda invece solo loro e le loro coscienze, sempre che le ascoltino».
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