ARRIVANO LE RUSPE
Malerba, addio a un pezzo di storia
Dopo gli anni dell'abbandono, via alla demolizione dell'ex stabilimento di via Gasparotto al cui posto sorgerà la "grande Esselunga"

Ai nostalgici della Varese che fu il consiglio è, passando da via Gasparotto, di buttare un occhio su quell’insegna che ancora campeggia sopra lo stabile industriale, una scritta che da sola basta a raccontare la storia del Calzificio Malerba. Potrebbe essere infatti una delle ultime volte in cui la si vede perché l’azienda, nata nel 1926 e poi chiusa nel 2001 dopo il passaggio di mano della proprietà alla Esfin di Guido Salfi, si prepara ad essere abbattuta, dopo anni di abbandono totale che hanno fatto del compendio, collocato proprio all’ingresso della città, un monumento al degrado, costretto alla lenta agonia dopo che la morte ne era stata già pronosticata. Da qualche giorno squadre di operai stanno provvedendo ad oscurare il campo d’azione, appoggiando alla rete di recinzione dei pannelli in acciaio a schermo totale. E così si chiude un’epoca, quella che ha visto ammainare definitivamente la bandiera di un’importante dinastia varesina ma anche quella che, a seguire, ha trasformato la fabbrica in un rifugio per disperati e senzatetto, costringendo più volte le forze dell’ordine a intervenire. Poi il progetto di rinascita, anche questo un parto difficile e più volte arenato sulle problematiche urbanistiche legate al programma integrato d’intervento per la costruzione della bretella Gasparotto- Borri, ma che sembra ora davvero pronto a restituire nuova vita al comparto, con l’arrivo della società Ceresio srl che vi porterà la "grande Esselunga". "Avendo ricevuto l’autorizzazione paesaggistica un mese fa - spiega l’assessore all’Urbanistica Fabio Binelli - e avendo inoltre presentato una comunicazione di inizio attività, i proprietari possono a questo punto procedere a loro discrezione, perché si tratta di una dichiarazione che non richiede di precisare i tempi dell’intervento".
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