DAL TRIBUNALE
Malnate, Domenichini resta in cella
Definitive le sentenze per i reati prima dell’omicidio di Carmela Fabozzi

Comunque vada il processo per l’omicidio di Carmela Fabozzi, almeno per i prossimi sei anni Sergio Domenichini resterà dietro le sbarre. Nel carcere di Pavia - dove è detenuto dalla metà di agosto 2022 proprio per il delitto di Malnate - gli è stato infatti notificato l’ordine di esecuzione emesso dalla Procura di Varese per tre sentenze diventate definitive, per una pena totale di sei anni e quattro mesi. Sentenze passate in giudicato per reati come rapina, furto e truffa.
Capi di imputazione simili a quelli di altri processi già definiti o ancora in corso in Tribunale a Varese. Una lunga serie di reati contro il patrimonio, nulla a che vedere però con accuse ben più gravi come quella di omicidio che lo ha fatto finire in cella la scorsa estate.
L’indagine per la morte della pensionata malnatese, che Domenichini avrebbe ucciso colpendola nove volte alla testa con un vaso di vetro, è ancora aperta. Si attendono i risultati delle perizie eseguite dai carabinieri del Ris di Parma, che hanno trovato, tra l’altro, le impronte dell’indagato sull’arma del delitto. Ma altri procedimenti sono ormai arrivati a conclusione, con la conseguenza che le porte del carcere - che aveva già conosciuto molti anni fa per una vicenda di droga - per lui non si apriranno per almeno sei anni e quattro mesi. È diventata definitiva, infatti, la condanna a quattro anni di reclusione (stessa pena sia in primo che in secondo grado) per la rapina ai danni di un ambulante del mercato di Varese, “avvelenato” con psicofarmaci (in particolare benzodiazepine) versati nel vino. «Ma che caldo fa oggi, beviamoci un bel bicchiere: offro io!», disse Domenichini un giorno dell’agosto 2017 al commerciante con cui aveva stretto amicizia. Dopo quel brindisi, però, l’ambulante cominciò a barcollare, intontito: «Non riuscivo a reagire», raccontò ai giudici. Solo più tardi si accorse che il suo presunto amico ne aveva approfittato per sfilargli dal marsupio il portafoglio con mille euro.
LE ALTRE SENTENZE
Una sentenza che va ad aggiungersi ad altre due diventate esecutive recentemente: una per furto di energia elettrica, messo a segno attraverso un allaccio abusivo ai contatori (in questo caso la pena è stata quasi dimezzata in appello dopo il ricorso dell’avvocato Francesca Cerri), l’altra per un raggiro, con tanto di assegni rubati, ai danni del campeggio “La Famiglia” di Malnate gestito dalle suore. Per un totale, appunto, di 76 mesi da passare in cella.
Ma prima della decisione sul delitto Fabozzi potrebbero arrivare altri “verdetti”, come quelli per alcuni furti nell’edicola di Porto Ceresio (da dove sparirono 2.000 euro, ma anche carte Pokémon, Gratta e vinci, penne e giornali) e per una truffa a un altro edicolante, questa volta di Induno Olona.
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