PIZZAIOLO FURIOSO
«La pizza non la voglio più»

Il ragazzo incaricato della consegna delle pizze a domicilio si ribalta con l’auto, uscendone illeso.
La cena, a quel punto, arriva però con quaranta minuti di ritardo e il cliente rispedisce le «margherite» al mittente, rifiutandosi di pagare.
Accade nel fine settimana, a cavallo fra le province di Varese e di Como.
Tutto ha inizio quando uno dei sei ragazzi impegnati nella consegna di pizze dall’esercizio «Miseria e nobiltà» di Somaino, è protagonista di un incidente stradale a Olgiate Comasco. Il giovane è atteso a Malnate per una consegna, ma si schianta e si ribalta. Fortunatamente il lavoratore ne esce illeso ma, chiaramente, i tempi di consegna subiscono un contraccolpo.
«Abbiamo avvisato i clienti di aver avuto un inconveniente - spiega il titolare Adriano Iannantuoni - ma a Malnate, due di essi, dove siamo arrivati con circa quaranta minuti di ritardo, hanno rifiutato di ritirare».
I clienti non erano a conoscenza dello schianto e la questione ha sollevato un vespaio.
«A volte - tuona infatti Iannantuoni - le persone non capiscono quanto ci impegniamo per servirle fino a casa, mettendo a repentaglio i nostri porta-pizze. I miei dipendenti danno il massimo tutti i giorni per arrivare puntuali. Ecco perché sono arrabbiato, perché la vita non vale una pizza portata a casa. Anzi: li prego sempre di rallentare e di non commettere imprudenze. Non voglio aggrapparmi a ciò che è successo, però a volte ci sono persone meschine: siamo riusciti ugualmente a compiere la consegna ma, a seguito del ritardo, le pizze sono state mandate indietro».
Iannantuoni è un fiume in piena: «È una grave ingiustizia, perché così si manca di rispetto al lavoro e alle persone. Nonostante la pandemia, infatti, i miei ragazzi non si tirano indietro e proprio per questo bisogna ammirarli. Tutti sono stati dotati di Pos, anche per minimizzare i contatti interpersonali e i rischi di contagio: eppure molta gente non scende nemmeno da casa e vuole la consegna alla porta».
Lo spiacevole episodio ha suscitato «un’enorme ondata di solidarietà - conclude il titolare di Miseria e nobiltà - da parte di molti nostri clienti storici e di amici che conoscono bene come operiamo: con passione e professionalità.
Fortunatamente certi episodi non capitano quasi mai e rappresentano eccezioni ma, oltre alla paura per un incidente che avrebbe potuto determinare conseguenze ben più gravi, siamo rimasti amareggiati per quanto successo in seguito e per la mancanza di sensibilità che abbiamo riscontrato. Vabbè, il mondo va avanti e la nostra attività anche, se possibile, con ancora più entusiasmo e dedizione».
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