LA TRAGEDIA
Malore a cavallo: muore Maria Sacco
La celebre fantina ha perso la vita nei boschi di Golasecca. Il ricordo di Serra

Grave lutto nel mondo dell’ippica: sabato 8 ottobre è morta Maria Sacco, fantina tra le più conosciute e stimate all’ippodromo di San Siro, nonché allenatrice di purosangue che gareggiano alle Bettole di Varese e a Milano. La cinquantatreenne milanese ha avuto un malore mentre si trovava in passeggiata a cavallo nei boschi di Golasecca. E’ stata stroncata da un infarto ed è caduta dalla sella: per lei non c’è stato più nulla da fare. Grande cordoglio nel mondo delle corse tanto che il 9 ottobrei fantini di Milano correranno con il lutto al braccio. Maria Sacco era stata al centro delle cronache nel 1978 per essere stata sequestrata a Milano e per aver perdonato i suoi aguzzini. La donna era stata prelevata dai malviventi in un luogo accanto all’ippodromo di San Siro, dove poi fu rapita anche Alessandra Sgarella, morta anch'essa pochi giorni or sono dopo una lunga malattina. Qui di seguito il ricordo di Roberto Serra, cronista di vicende ippiche. --- A volte le brutte notizie arrivano secche, sferzanti, quasi come il vento di questi giorni che batte in provincia, ma alcune volte arrivano talmente impreviste che fanno malissimo, lasciano per non si sa bene quanto tempo senza argomenti. È accaduto al mondo dell'ippica ieri, 8 ottobre, quando la vita è mancata a Maria Sacco, una persona popolarissima del galoppo italiano, essendo stata una delle prime donne - fantino, riuscendo a ritagliarsi nel periodo fine anni '70 e inizio anni '80 la considerazione di tanti addetti ai lavori, quando ancora lippica era una disciplina che faceva della selezione il suo modo di lavorare ed emergere era davvero difficile. Maria Sacco non era un fenomeno in sella, ci stava benino, vinceva anche delle buone corse, a San Siro soprattutto: era cresciuta professionalmente nelle scuderie di Trenno, in zona stadio, proprio il luogo che nel 1978 la vide vittima di un rapimento che dopo cinque mesi si concluse con una liberazione sofferta. Maria imparò in fretta il mestiere di jockette, prima di Jaqueline Freda, seguita poi da Enza Ferrari e Daniela Zini, per citare le più conosciute, sfatando per quei tempi il luogo comune che le donne in sella non avrebbero mai potuto competere con i maschi. Tutto falso, e Maria Sacco lo dimostrò sempre, al mattino nei lavori di scuderia, quando si preparano i cavalli agli ordini di allenatori come i Benetti, ma soprattutto il team Botti, ovvero i fratelloni che lhanno fata crescere come professionista, nel commosso ricordo di Alduino Botti, uno dei primi ieri ad arrivare sul luogo della tragedia. Troppo difficile raccontare questi fatti, ti sparisce il fiato, soprattutto se viene a mancare una persona per bene, onesta, seria, coraggiosa, una professionista che proprio in scuderia da noi aveva iniziato con il galoppo. La sua passione, la sua voglia di confrontarsi in uno spot durissimo sembravano quasi folli per lepoca, ma io ricordo solo cose belle di Maria, oltre a riconoscere che anche da allenatrice ha fatto altrettanto bene. Scusate, m non riesco a crederci. Commozione per tutti, a ricordare per esempio che Maria Sacco era ed è sempre stata una leonessa dentro, altrimenti non avrebbe sopportato e superato le sue prove di vita e lavoro con la forza e la determinazione che univa ad un sorriso meraviglioso, oltre ad una energia per alcuni fatti che avrebbero fermato molti. Anche quando veniva a Varese era la prima a salutare, a chiedere come era la situazione, per arrivare poi a parlare spesso della sua altra grande attività social ippica, ovvero essere presidente del Comitato a Tutela dellippodromo di San Siro galoppo, un impegno quotidiano per vigilare su quella che lei amava definire, sempre con il sorriso. Un po è la mia casa, ma spero che resti la casa di tutti gli ippici. Speriamo sia cosi, sarebbe bello ricordarla nel suo guscio verde: Maria Sacco era così, consapevole che il dialogo era uno dei punti forti della vita, il confronto pure, e gli esami infiniti. Nel suo periodo di fantina professionista Maria Sacco ha vinto molto, magari non corse di gruppo o elitarie, ma le sue corse, quelle nelle quali aveva il cavallo per competere con i grandi fantini come Gianfranco Dettori, Vittorio Panici, Di Nardo e molti altri, che la rispettavano il giusto, ma non regalavano nulla. La sua vita è cambiata dopo il rapimento, ci sono voluti ani per riprendere la sua vita, tuttavia Maria Sacco la passione per i purosangue laveva nel dna, cosi dall inizio degli anni 90 la decisione di prendere il patentino da trainer, presto coronata da ottimi successi. I primi proprietari che gli affidarono i cavali, ma in particolare con la scuderia PMZ di casa Zambelli, da Pay M Dream a Don Mariolino, da Kendall Jackson a Salass, oltre a Hoyo de Monterrey e Great Challenge, con tanti altri soggetti che anche a Varese hanno vinto e reso felice little Maria. Lultimo successo da allenatrice proprio un mese fa a San Siro, con Infantas, mentre ieri la vita per la seconda volta ce lha rapita. Ma, purtroppo, questa volta per sempre. Ciao Maria, mancherai a tutti, ti abbracciamo forte nel tuo sorriso, mentre ai tuoi familiari giungano sentite le condoglianze degli amici ippici di tutta Varese e provincia.
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