COMMISSIONE
Malpensa, boom per tutti
L’aumento dei passeggeri porta benefici occupazionali enormi a Gallarate e tutta la provincia. Sulle rotte Sea rassicura: «Terza pista? Non prima del 2030»

Il boom di Malpensa arriva in commissione, nella riunione al piano terra del municipio di via Verdi.
Per Sea parlano il direttore delle relazioni esterne Claudio Del Bianco e quello dei rapporti istituzionali Maurizio Baruffi. Sotto la lente d’ingrandimento l’aumento dei passeggeri che non sembra arrestarsi (+12.8% nel mese di ottobre, +11% negli ultimi dieci mesi dell’anno) e che ha enormi contraccolpi occupazionali.
Il dato più importante che emerge dalla riunione di questa sera è che Gallarate ha 1.583 occupati all’aeroporto, siano essi assunti in Sea (308) o in altre realtà che lavorano allo scalo. La cifra si deduce in modo molto preciso dai tesserini aeroportuali. Quindi non si sgarra: Malpensa rappresenta un punto di riferimento fondamentale per il territorio.
E se ancora non bastasse questo numero gallaratese, ecco quello della provincia di Varese: sono circa 10mila gli occupati che qui abitano. E i dati sono destinati a salire se è vero, come già spiegato quest’estate dal presidente Pietro Modiano durante la visita del presidente della Regione Attilio Fontana, a ogni milione di passeggeri, corrispondono all’incirca mille posizioni lavorative.
Il parallelo arriva dall’analisi dei numeri tra 2012 e 2017. In cinque anni Malpensa è cresciuta da 18 a 22 milioni di viaggiatori e gli occupati sono aumentati da 16mila a 19mila. Il boom, dunque, porta contraccolpi molto positivi dal punto di vista dell’occupazione. Ed è la dimostrazione, ha detto Del Bianco parlando della ripartenza dello scalo dopo l’addio di Alitalia, che «il lombardo si tira su le maniche e, di fronte alle difficoltà, fa quello che deve fare».
Cioè lavora. Questa è stata la strategia di Sea in questi anni che è servita per intercettare sempre più voli intercontinentali. Questa è l’attitudine di un territorio che sa di avere in Malpensa una grande risorsa e una gigantesca opportunità, ma ciò non deve nascondere i contraccolpi ambientali e di vivibilità che deve sopportare un’area già congestionata in quest’angolo di Lombardia.
Dopo la relazione dei responsabili Sea è seguito il dibattito con i rappresentanti politici gallaratesi. Subito affrontata la questione delle rotte. E Sea, su questo, ha ribadito un dato rassicurante: «Noi fino al 2030 la terza pista non la facciamo». Dopo, si vedrà.
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