IL CASO
Carne e sangue nei bagagli
A Malpensa riesplode l’allarme igienico dei trasporti irregolari. La Cub chiede interventi

Sangue nella stiva di un aereo appena atterrato. Gli operatori addetti allo scarico dei bagagli vedono a una scia di liquido rosso che proviene dall’ammasso di valigie.
Ci risiamo: all’interno di grossi trolley di tela c’è carne fresca. La scena risale a ieri mattina e si manifesta al Terminal 1 di Malpensa. Con il personale di terra che alla fine si trova di fronte vari colli pieni del liquido organico di animali macellati e poi messi insieme ai vestiti. I lavoratori affidano quindi ai sindacati il loro grido d’allarme. «Qualcuno deve intervenire: le condizioni sono pessime, insopportabili e pericolose sotto il profilo igienico», tuona Renzo Canavesi della Cub Trasporti. E non è un problema nuovo.
LE VALIGIE
Si tratta di valigie che arrivano con i passeggeri decollati da aeroporti del Nord Africa. Da Egitto, Marocco, Tunisia. Un viaggio di migliaia di chilometri a oltre 8mila metri di altezza (25mila piedi), dove le temperature scendono a - 40 gradi centigradi. E qui si congela tutto. Carne compresa. Così molti, di ritorno dalle vacanze nel Paese d’origine, pensano di portare in Italia il proprio cibo. Ma questo tipo di importazione personale non è consentito dalle leggi che regolano i trasporti internazionali. E a questo si dovrebbe sommare il buon senso.
IL DEODORANTE
I bagagli sono costituiti da trolley e da grossi borsoni di tela impacchettati che però non sono adatti al trasporto di cibo fresco. Ancora meno di carne. Accusano quindi i sindacati: «Le compagnie aeree spesso puliscono in modo grossolano con materiale improprio e aggiungono un deodorante per nascondere l’odore insopportabile».
LA PROTESTA
«È un problema di igiene e condizioni di lavoro», tuona Canavesi. Destinatario, ieri mattina, dell’ennesima segnalazione da parte dei lavoratori dell’handling che hanno sentito una puzza nauseabonda già prima di vedere la scia di sangue. «È inaccettabile lavorare in queste condizioni, si dovrebbero prendere provvedimenti da parte di Polizia, Sea, Enac, veterinario aeroportuale e Agenzia doganale. Sappiamo bene che il problema è a monte, ovvero negli aeroporti di partenza dove le valigie non vengono bloccate ai controlli». Perciò l’auspicio della Cub è che gli enti preposti prendano provvedimenti. Anche perché, il problema non si esaurisce scaricando questi bagagli.
«Nella migliore delle ipotesi le valigie cariche di carne contaminano anche gli altri badagli, inoltre vengono posizionate su carrelli e nastri trasportatori in mezzo a tutti i passeggeri in arrivo», afferma il sindacalista. «Ma non è finita: spesso i bagagli non vengono ritirati, restano nella sezione “Lost & found” e non vengono reclamati. Qui la valigia non può essere aperta e nel frattempo la carne imputridisce, creando vermi e odori insopportabili».
I RIFLETTORI
Il fenomeno era già stato segnalato. In modo eclatante qualche anno fa, allorché l’arrivo di carne era stato massiccio. Ora, davanti al nuovo caso, viene riformulata la denuncia. «A fronte di questo stato di cose, più volte segnalato da dipendenti e sindacati senza ricevere risposte, ma soprattutto senza che si prendano le adeguate misure di sicurezza da parte degli enti preposti, abbiamo deciso di rendere pubblica la situazione», conclude Canavesi. «Non soltanto per la sicurezza igienica dei lavoratori delle società di handling, ma anche per la pericolosità di liquidi sulla stiva, per la sicurezza dello stesso aeromobile e per eventuali ripercussioni sulla salute e sui bagagli di tutti i passeggeri. Ora che Malpensa è sotto i riflettori grazie all’operazione Bridge, confidiamo che le autorità prendano provvedimenti».
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