IL FURTO
Derubarono Capello, finiscono alla sbarra
Bottino da 240mila euro approfittando di una distrazione al Terminal 1

Un furto da 240mila euro. Location Malpensa, vittime Fabio Capello - mister di Milan, Juve, Real Madrid - e consorte. Sette gli imputati a cui gli inquirenti - coordinati dal pubblico ministero Nadia Calcaterra - risalirono con rapide indagini. Tutti davanti al giudice Cristina Ceffa ma con diverse scelte processuali: un cinquantaseienne di Varese, difeso dall’avvocato Alessandra Nicoletti, ha patteggiato una pena di un anno e 600 euro di multa. Rito abbreviato per un toscano quarantanovenne assistito da Carmelina Adamo.
Il resto della banda - tra cui un napoletano coinvolto nelle vicende corruttive del carcere di Busto Arsizio - ha deciso di affrontare il dibattimento davanti al giudice Roberto Falessi.
Gli avvocati Luca Abbiati, Davide Toscani, Gabriele Colombo e Lorenzo Zirilli sono infatti certi di poter dimostrare l’estraneità dei loro assistiti al colpo messo a segno a giugno del 2017.
Capello e Laura Ghisi sbarcarono a Malpensa di ritorno dalla Germania. Appena atterrati chiamarono un conoscente per essere accompagnati a casa, in Svizzera.
La coppia uscì dal Terminal 1, l’autista attendeva davanti all’ingresso. L’allenatore (che in quel periodo guidava lo Jiangsu, una squadra cinese) e la moglie caricarono i bagagli e la macchina partì. Non si accorsero però di aver dimenticato un trolley sul marciapiede, se ne resero conto soltanto arrivati a destinazione: Capello chiamò subito l’aeroporto sperando che il bagaglio fosse ancora in strada, ma fu un’illusione effimera. E così sporse denuncia.
I carabinieri ricostruirono cosa accadde davanti allo scalo. C’era un uomo ad assistere alla scena, il dipendente di un parking. Si accorse della distrazione del mister e ne approfittò al volo: si avventò sul trolley e lo mise sull’auto del titolare che nel frattempo lo aveva raggiunto a Malpensa.
Giunti nel loro capannone aprirono il bagaglio e trovarono una cascata di gioielli: collane in platino e diamanti, orologi Cartier, bracciali Cartier, orecchini con rubino, un anello di Bucellati, collane di perle scaramazze, porta documenti griffati, due Iphone, un Apple watch, un Buddha in corallo. E un libro di Camilleri.
I due parcheggiatori non persero tempo e rivendettero tutto a due ricettatori, anzi, svendettero perché a quanto pare ci ricavarono meno della metà del valore. E in più vennero beccati.
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