SEA
Malpensa, l’esternalizzazione arriva a Roma
Interrogazione parlamentare di Marco Osnato (FdI)

La scorsa settimana diversi consiglieri comunali di Milano, tra cui Alessandro Giungi, Monica Romano (Pd) e Silvia Sardone (Lega) avevano espresso sostegno ai 60 lavoratori esternalizzati da Sea. Ora anche la politica nazionale interviene sulla contestata cessione, da parte del gestore degli aeroporti milanesi, del ramo d’azienda relativo ai servizi informativi. Ieri pomeriggio, 9 febbraio, il deputato Marco Osnato (FdI) ha presentato infatti un’interrogazione a risposta scritta sull’argomento. Ricordando come la governance societaria abbia reso nota la volontà di procedere alla vendita di asset interni (Sea energia e Airport Ict Service), il parlamentare rimarca che lo scorporo dei servizi di infrastrutture telefoniche, di telecomunicazione e dei servizi informativi «rischia di creare un vulnus nella corretta ed efficace gestione delle procedure aeroportuali, particolarmente in tema di sicurezza». Cita la Convenzione del 4 settembre 2001 con cui Enac aveva affidato a Sea la gestione totale del sistema aeroportuale milanese: «All’articolo 2 punto 3 precisa che Sea è responsabile della conduzione, oltre che degli immobili, anche degli impianti e delle infrastrutture dedicate alla gestione dei due aeroporti (torre di controllo, gestione passeggeri, gestione bagagli)». Ancora, «all’articolo 11 punto 1 cita Sea come obbligata verso gli enti di Stato e delle amministrazioni presenti in aeroporto ad adottare iniziative utili a favorire lo svolgimento dei servizi istituzionali di questi ultimi (forze dell’ordine, vigili del fuoco, agenzia delle dogane...)».
L’interrogazione insiste dunque, oltre che sul rischio di pregiudizi occupazionali ed economici, sull’aspetto della sicurezza aeroportuale e nazionale. Chiede Osnato se non si debba ritenere che l’operazione possa violare le prescrizioni della Concessione del 2001 e se la cessione «non costituisca un rischio per la sicurezza della Repubblica anche in considerazione della possibilità di acquisto da parte di società straniere che così verrebbero in possesso di numerosi dati sensibili relativamente al nostro traffico aereo».
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