AL NIDO
Maltratta i bambini all’asilo, maestra indagata
La donna è stata interdetta dai ruoli educativi per un anno. L’indagine partita dai malesseri di una bimba che aveva smesso di sorridere

Ne aveva fatti tanti di lavori nella vita, senza però trovare la propria strada. Nel 2022, sulla soglia dei sessant’anni, le venne una nuova idea: aprire un asilo nido in casa. A distanza di due anni la donna si ritrova indagata per maltrattamenti su minori. Il giudice per le indagini preliminari le ha applicato l’interdizione di un anno a professioni legate alla sfera dell’infanzia. Ieri mattina, giovedì 5 settembre, la maestra - accompagnata davanti al giudice dal suo avvocato - all’interrogatorio ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.
LA DENUNCIA
Le indagini sulla struttura - che accoglieva meno di dieci bimbi di età compresa tra sei e trentasei mesi - partirono dall’esposto che una madre depositò in procura a marzo. Sua figlia da qualche mese era cupa, svogliata, triste. Era diventata taciturna, aveva smesso di sorridere. I genitori non riuscivano a capire i motivi di quel cambiamento, la piccola era sfuggente. Poi arrivò l’influenza: febbre alta, tosse, raffreddore, spossatezza. La bambina insomma dovette restare a casa un mese. Trenta giorni in cui, nonostante le medicine e l’impossibilità di uscire e di giocare con i suoi amichetti, la bimba ritrovò la serenità e la spensieratezza che pareva aver perso. Non appena rientrò all’asilo però tutto il malessere che la opprimeva prima di ammalarsi si manifestò con tutti i suoi sintomi. A quel punto mamma e papà intuirono che qualcosa non funzionasse nell’ambiente in cui trascorreva buona parte della giornata. La figlia, dopo una iniziale recalcitranza, raccontò dei modi bruschi e severi della maestra e così partì la segnalazione alla procura di largo Giardino.
IL METODO
Gli accertamenti disposti dal pubblico ministero Flavia Salvatore non hanno alzato il velo da un nido degli orrori. L’indagata non era Mary Poppins, ma non era neppure un’aguzzina crudele. Era molto burbera, poco paziente, spartana nei modi, aggressiva nei toni, troppo energica nel contatto con i piccoli. Nessun episodio di violenza, questo va detto. La polizia di Stato ha documentato le contestazioni mosse alla donna grazie alle microspie piazzate all’interno dell’asilo, un mese di intercettazioni ambientali dalle quali si evincono comportamenti non contemplati nella concezione contemporanea di pedagogia: strattoni, urlate e commenti sgarbati che mortificavano e ferivano la sensibilità dei minori più vivaci e monelli. Anche una vicina di casa gliel’aveva fatto notare: le capitava spesso di vederla al parco con i bambini e non le erano sfuggiti i suoi scatti di nervosismo. La maestra, davanti alle perplessità della dirimpettaia, non fece neppure tanti sforzi per giustificarsi: «Il mio metodo educativo è questo», rispose lapidaria. La conversazione è riportata negli atti del fascicolo aperto per maltrattamenti aggravati.
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