L’INCHIESTA
Maltrattamenti al nido, tolto l’obbligo di firma
La titolare e le sei educatrici della scuola di Vanzago non dovranno più presentarsi in caserma, ma restano sospese dalla professione

Tolta la misura dell’obbligo di presentazione quotidiana in caserma per la titolare e le sei educatrici di un asilo nido di Vanzago, età compresa tra i 26 e i 43 anni, accusate di maltrattamenti aggravati nei confronti di oltre 17 bambini, ospiti della struttura e vittime di reiterate condotte prevaricatrici e di sopraffazione, nonché di sistematiche violenze fisiche e psichiche.
Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame di Milano accogliendo in parte il ricorso presentato dal difensore delle indagate, l’avvocato Michele D’Agostino, contro l’ordinanza di custodia cautelare del gip milanese Ileana Ramundo eseguita dai carabinieri della Compagnia di Legnano lo scorso 28 gennaio.
Il Riesame ha invece mantenuto la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio della professione come da richiesta della pm Maria Cardellicchio.
L’indagine ha preso le mosse dalle segnalazioni di alcune studentesse di un istituto superiore di Rho che hanno svolto uno stage nel nido di Vanzago tra marzo e maggio dell’anno scorso. Le ragazze avevano riferito alle proprie docenti gli episodi a cui avevano assistito, fatti di violenza fisica e verbale ai danni dei bambini, che poi il dirigente scolastico ha riferito ai carabinieri.
Tra gli episodi messi a verbale ci sono una ginocchiata che sarebbe stata sferrata da una delle indagate in pieno volto a un bimbo di circa un anno, così forte da provocargli una ferita al labbro, e il lancio di alcune palline e altri oggetti da parte delle maestre nei confronti di bambini che avevano appena imparato a camminare, facendoli cadere per scherno. Altri piccoli in preda al pianto erano ignorati anche per mezz’ora o chiusi nella stanza della nanna fino a quando non smettevano.
Ma i carabinieri legnanesi hanno anche documentato urla, parolacce e numerose altre condotte censurabili. Per esempio, i bambini erano sbattuti a terra per costringerli a stare seduti; svegliati bruscamente dal sonnellino o presi per i fianchi e messi in piedi senza tanti complimenti. Ancora: lasciati a dormire nei bagni, su materassi in un salone, in qualche caso pericolosamente avvolti dalle coperte fin sopra la testa. Secondo la difesa, le testimonianze delle studentesse che ora accusano le educatrici non sarebbero attendibili e anzi potrebbero essere legate al fatto che le giovani avevano ricevuto valutazioni negative al termine dello stage nel nido di Vanzago.
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