L’INCHIESTA
Maltrattamenti, patteggiano in nove
Si chiude questa mattina, con un accordo giudiziale, il caso Provvidenza

Maltrattamenti alla Provvidenza, arriva il colpo di scena. Questa mattina, giovedì 17 maggio, all’udienza davanti al giudice Valeria Recaneschi, i nove imputati, tutti operatori socio assistenziali, patteggeranno tutti una pena, concordata con il pubblico ministero Nadia Calcaterra di dieci mesi e venti giorni.
La decisione di dare una svolta processuale è maturata alla luce della nuova contestazione mossa dal pm nel corso del dibattimento, ossia la condotta omissiva di tutti e nove.
Secondo l’accusa nessuno di loro avrebbe impedito agli altri di trattare bruscamente gli anziani ricoverati nel padiglione Tettamanti.
La nuova imputazione ha tecnicamente riaperto la possibilità di scegliere un nuovo rito e gli avvocati Cesare Cicorella, Roberto Aventi, Fausto Moscatelli, Roberto Donetti, Marzia Giovannini e Dario Celiento l’hanno subito colta.
La Provvidenza, rappresentata dall’avvocato Luca Marsico, rinuncerà alla costituzione di parte civile a fronte di un risarcimento, anche simbolico. Ma la linea della difesa non è da leggere come un’ammissione di responsabilità rispetto ai reati contestati.
Si tratterebbe di una scelta dovuta a opportunità economiche: in un processo il rischio di condanna è da tenere in conto.
In questo caso gli imputati avrebbero dovuto accollarsi anche le spese processuali, che si profilano particolarmente elevate visto la complessità delle indagini.
Solo per le intercettazioni ambientali - captate dai carabinieri tra gennaio e marzo del 2014 nella stanza 12 - gli inquirenti avrebbero speso oltre 30mila euro, poi ci sono i costi del dibattimento. Cifre che, nell’eventualità appunto di una condanna, ricadrebbero sugli imputati.
Due le persone offese individuate dalla Procura, un’ottantasettenne e una novantatreenne che però non si sono costituite parti civili.
Le condotte più gravi sarebbero state riservate alla più giovane delle due pensionate, che in un’occasione avrebbe addirittura ricevuto uno schiaffone sulla testa.
La donna sarebbe rimasta per ore legata alla sedia a rotelle e le sue richieste di attenzione sarebbero state puntualmente disattese.
L’avrebbero lasciata così, con i pannoloni sporchi e gli arti immobili e costretti dalla biancheria del letto, in atteso di essere pulita, cambiata, spostata per evitare dolorose piaghe. In aula, nel corso delle udienze in calendario fino a oggi, sono stati mostrati alcuni video filmati dai carabinieri, ma ogni giudizio al momento sarebbe stato prematuro.
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