NEL VARESOTTO
Maltrattamenti in classe: maestra sospesa per sei mesi
Urla e umiliazioni: indagine dei carabinieri

«A mia figlia sono successe cose che non avrei nemmeno immaginato», dice una mamma. Mentre un’altra parla di «una situazione che speravo di non dover mai toccare con mano». Voci sull’orlo del pianto. Voci angosciate. Sono state le denunce di queste due mamme, insieme a quelle di altre tre famiglie, a provocare giovedì l’interdizione per sei mesi dall’insegnamento di una maestra che era in servizio in una scuola elementare di un paese sullo sponde del Lago di Varese, non lontano dal capoluogo. L’accusa a carico della docente, di mezza età e al lavoro nella scuola dal settembre 2022, è di maltrattamenti. L’indagine è stata condotta dai carabinieri della stazione di Azzate, anche con l’uso di telecamere nascoste nelle due classi della maestra, e poi la Procura di Varese ha chiesto al gip una misura cautelare a tutela dei bambini, misura che il magistrato ha individuato appunto nell’interdizione per sei mesi dal lavoro in cattedra, in sostanza fino alla conclusione dell’anno scolastico.
LA VICENDA
In base a quello che si è potuto sapere, sui maltrattamenti si sarebbe indagato tra la primavera e l’autunno di quest’anno, quando le due classi affidate alla maestra erano in prima e in terza e poi in seconda e in quarta, e si tratterebbe principalmente di vessazioni psicologiche - urla, umiliazioni e denigrazioni -, anche se una delle mamme coinvolte nella vicenda riferisce pure di qualche contatto fisico non appropriato, come sollevamenti e strattonamenti. La maestra avrebbe ad esempio insistito in modo sgradevole su particolari fisici dei suoi alunni, e c’è almeno un caso di uno stato d’ansia talmente grave da richiedere oggi le cure di un medico.
LA TESTIMONIANZA
«Vogliamo ringraziare davvero i carabinieri della stazione di Azzate, il comandante Giuseppe Albanese e i suoi collaboratori - dicono due mamme -: siamo state accolte nel modo migliore quando abbiamo raccontato la nostra situazione e poi siamo state supportate nel modo giusto».
«Vorrei anche far presente a tutte le mamme e i papà che si trovano in una situazione come la nostra - aggiunge una delle due donne - che bisogna agire e non si deve voltare la testa dall’altra parte, magari perché intimoriti dall’idea di rivolgersi all’autorità. Bisogna pensare ai propri figli ma anche ai danni che possono subire altri bambini».
LA NOTIFICA DEL PROVVEDIMENTO
Giovedì mattina i carabinieri sono andati a scuola a notificare l’interdizione e la maestra ha lasciato immediatamente l’aula in cui era al lavoro. Naturalmente il procedimento penale è in una fase iniziale e l’interpretazione dei comportamenti della donna andrà approfondita. Un altro genitore riferisce di non aver mai rilevato particolari problematiche nel comportamento della maestra: «La definirei severa, ma mio figlio non mi ha mai parlato di azioni che potessero far pensare a maltrattamenti».
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