IL CASO
“Mammo” cacciato da casa, ritorna e finisce in manette
Un 52enne di Besozzo è stato arrestato sei ore dopo l’ordine di allontanamento. «Mi servivano i risparmi per poter partire»

Alle otto del mattino di venerdì 20 giugno i carabinieri gli hanno notificato il provvedimento di allontanamento dalla casa familiare, emesso dopo che l’uomo avrebbe più volte minacciato la moglie. Sei ore più tardi l’uomo era già sotto l’abitazione della donna, che ha immediatamente chiamato il 112. E così per il cinquantaduenne di Besozzo sono scattate le manette.
«AVEVO BISOGNO DEI MIEI SOLDI»
«Volevo soltanto farmi dare tutti i miei risparmi per poi andarmene da mia madre», si è giustificato durante l’interrogatorio nell’udienza di convalida dell’arresto, ieri mattina – sabato 21 – in Tribunale a Varese. Al giudice Luciano Luccarelli ha spiegato di non avere un impiego: l’unica a lavorare in famiglia è la sua consorte, mentre lui ha dichiarato di fare «il mammo», cioè di occuparsi a tempo pieno dei figli. Da qui – ha affermato – la necessità di recuperare i soldi che custodiva in casa e che non aveva preso al momento della notifica della decisione del giudice. Ma la compagna non si è intenerita: anziché aprire la porta e farlo entrare, temendo evidentemente per la propria incolumità, ha telefonato ai carabinieri della Stazione di Besozzo. La pattuglia è arrivata sul posto intorno alle 14.20 e lo ha trovato ancora lì, con in mano la valigia che aveva preparato in fretta e furia prima di essere “espulso” dall’abitazione in cui viveva con la famiglia. Inevitabile l’arresto per violazione del provvedimento di allontanamento dalla casa familiare, reato che l’articolo 387 bis del codice penale punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni e mezzo.
LA DIRETTISSIMA LUNEDÌ 30
Per il «mammo» – incensurato, ma a quanto pare con il vizio dell’alcol, che sarebbe la causa del comportamento aggressivo all’origine dell’allontanamento da casa – il pubblico ministero Monica Crespi non ha chiesto l’applicazione di misure cautelari. E così, dopo la convalida, il 52enne è stato scarcerato. Il suo difensore, l’avvocato Marco Battistini, ha poi chiesto un rinvio per poter studiare il fascicolo e valutare eventuali riti alternativi (come patteggiamento o giudizio abbreviato, che gli garantirebbero uno scontro di pena); il processo per direttissima sarà quindi celebrato lunedì 30 giugno.
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