“MANI”: quando prendersi cura diventa la forma più pura d’amore
Intervista a Gamelia, l’agenzia che ha trasformato la cura in un racconto di vita
Nel mondo dell’assistenza agli anziani, la parola cura racchiude molto più di un gesto pratico: significa presenza, empatia, ascolto. Da questo pensiero nasce “Mani” il brand film realizzato da Gamelia insieme alla casa di produzione Makuda — un progetto che racconta la delicatezza e la forza di chi, ogni giorno, dedica la propria vita a prendersi cura degli altri.
“Volevamo raccontare la cura nella sua forma più pura — quella che si esprime nei gesti di ogni giorno”, spiegano i soci fondatori di Gamelia. “Chi si prende cura di un anziano non svolge solo un lavoro: compie un atto d’amore concreto, fatto di pazienza, dedizione e presenza.”
Nel film, diretto da Simone Santacroce e Taras Snegovoy e prodotto dalla Makuda, non ci sono volti o dialoghi. Tutto passa attraverso le mani: quelle di un anziano che sfiorano una collana, che preparano un caffè, che leggono un giornale. Gesti semplici, ma carichi di memoria e fragilità. In questo silenzio pieno di significato si inserisce la presenza del badante — una figura che sostiene, osserva, accompagna. Senza mai rubare la scena, ma rendendola possibile.
“Con ‘Mani’ volevamo mostrare la forza silenziosa di chi si prende cura degli altri,” aggiunge la CEO. “È un mestiere che richiede competenza, ma anche un’enorme capacità di ascolto. Ogni giorno, nelle nostre sedi, lavoriamo per creare incontri che siano prima di tutto umani: perché la qualità dell’assistenza nasce dalla relazione.”
Fondata su una rete di professionisti qualificati e attenti, Gamelia è oggi una realtà di riferimento per l’assistenza familiare in Piemonte e Lombardia. La sua missione va oltre la semplice gestione dei servizi: è una cultura della cura, costruita sulla fiducia reciproca e sulla convinzione che ogni persona meriti rispetto e attenzione.
“Il nostro compito,” spiega Gamelia, “è far sentire le famiglie accompagnate. Sappiamo che affidare una persona cara è una scelta delicata, e per questo selezioniamo badanti che uniscono preparazione e sensibilità. Perché la professionalità è importante, ma senza empatia resta incompleta.”
Per Makuda, che ha curato la produzione del film, la sfida era quella di tradurre tutto questo in un linguaggio visivo universale. “Abbiamo scelto di raccontare solo attraverso le mani,” affermano i registi. “Le mani non mentono: rivelano la fatica, la dolcezza, la memoria. In quei gesti c’è tutto: l’amore, il tempo, la fragilità, la cura.”
Con “Mani” Gamelia ha voluto dare voce a chi di solito non ne ha, trasformando la quotidianità della cura in una forma di poesia visiva. Un invito a guardare con occhi nuovi il valore umano di una professione che tiene unite le generazioni e custodisce la dignità della vita.
“Prendersi cura del prossimo,” conclude la fondatrice, “è il gesto più semplice e più rivoluzionario che abbiamo.”
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