L’UDIENZA
Marchirolo, droga ed estorsioni: 17 a giudizio
A carico degli imputati, una trentina di ipotesi di reato per violazione della legge sugli stupefacenti e violenze private
Diciassette imputati rinviati a giudizio. Un carabiniere ora in pensione all’epoca in servizio in un comando della Val Marchirolo, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio, che esce dal processo ottenendo la messa alla prova. Infine, un tunisino, sotto processo per attività di spaccio e concorso in estorsione, che ha scelto di essere giudicato in abbreviato. Questo l’esito dell’udienza preliminare svoltasi davanti al gip del Tribunale di Milano Marta Pollicino nell’ambito dell’inchiesta “Nerone”, originariamente coordinata dalla Procura di Varese e, solo in un secondo momento, appannaggio della Direzione distrettuale antimafia di Milano.
I REATI
A carico degli imputati, una trentina di ipotesi di reato per fatti legati a violazione della legge sugli stupefacenti e soprattutto ad estorsioni e violenze private. Episodi avvenuti tra il 2016 e il 2018 nell’Alto Varesotto, in primis in Val Marchirolo e in Valcuvia, sui quali grava la contestazione dell’aggravante del metodo mafioso. A seguire i due pm dell’antimafia Giovanni Tarsia e Alessandra Cerreti, infatti, gli imputati avrebbero messo a segno i propri propositi criminali, citando le carte giudiziarie, «avvalendosi della forza intimidatrice derivante dalla suggestione di un vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento ed omertà che ne derivano, in ragione della peculiarità delle richieste che esprimono tecniche collaudate tipiche del controllo del territorio».
L’AGGRAVANTE
L’aggravante del metodo mafioso è stata riconosciuta dal gip per tutti gli imputati. Tuttavia, il folto collegio difensivo, composto tra gli altri dagli avvocati Corrado Viazzo e Raffaele Giacomini, promette di dar battaglia sin dalla prima udienza del processo, al via il prossimo 4 luglio davanti al Tribunale di Varese, dove è stato trasferito per competenza territoriale. A dare origine all’inchiesta della Compagnia dei carabinieri di Varese, erano stati tutta una serie di incendi dolosi di automobili e furgoni in Val Marchirolo. Roghi dai quali era ben presto emersa la presenza costante di alcuni personaggi criminali attivi in zona provenienti dalla Calabria e dalla Campania.
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