L’APPELLO
Marchirolo, un’altra saracinesca giù
Chiude l’alimentari: «Abbandonati da tutti»

Si chiamava “Dolci e salati”, ma il retrogusto è stato amaro. Ha chiuso nei giorni scorsi il negozio di alimentari della centralissima piazza Borasio e, con la saracinesca, sono venute giù anche le polemiche. L’attività è durata meno di un anno e la proprietaria, Katia Mucedola, lamenta la scarsa attenzione della popolazione e delle istituzioni locali: «Non dico che si dovesse venire da me a fare la spesa completa - dice la commerciante - ma almeno il pane e qualche dolcetto. Ho provato e riprovato, mese dopo mese, anche per mantenere il servizio in paese. Invece niente. Non è andata: e così abbiamo chiuso». Dietro l’amarezza, però, resta in piedi la solidarietà: «Tanti nonnini clienti mi hanno chiamato, chiedendomi di andare avanti. Allora ho deciso - continua la signora Mucedola - di continuare ad aiutarli volontariamente, portando loro il pane di cui necessitano».
La questione è diventata anche un caso politico, con l’intervento della minoranza di “Marchirolo in comune”, anche se va detto che il problema dello spopolamento delle attività commerciali riguarda borghi e città della zona e abbraccia ormai un arco di decenni.
«Mi dispiace tantissimo - commenta il consigliere Salvatore Parise - vedere l’ennesima saracinesca abbassarsi ed è la dimostrazione che ancora una volta la politica locale ha fallito. Un fallimento che arriva da lontano, da chi ci ha governato per un trentennio e cerca di porre rimedi quando i buoi sono scappati. Il rilancio delle realtà economiche e del centro storico era nel nostro programma elettorale. Si poteva, per esempio, fare un calendario condiviso con tutte le associazioni, oppure recuperare gli immobili dismessi e metterli in vendita a un prezzo simbolico di 1 euro. Nel caso specifico si potevano sostenere le attività anche con misure economiche e incentivare le nuove aperture».
Sull’argomento replica il sindaco Dino Busti: «Quel negozio, precisamente prima dell’attuale gestione - afferma il primo cittadino - ha beneficiato di un prestito d’onore del Comune per l’acquisto dell’attrezzatura. Purtroppo, però, nonostante l’impegno dell’attuale proprietaria, la gente non va ad acquistare». Come capita sempre più spesso, inoltre, «le persone si lamentano sui social perché manca un negozio di vicinato che vende pane e latte e, poi, quando apre, continuano ad andare al supermercato». Supermercati che, in zona, anche a seguito della vicinanza con la Svizzera, abbondano: «Una volta il Comune aveva gli strumenti per rallentare e bloccare questi centri della grande distribuzione organizzata. Ora, invece, basta seguire i vincoli urbanistici e chiunque può aprire un’attività del genere in pochissimo tempo. È la liberalizzazione che ha le sue conseguenze, come sui centri storici».
Il sindaco Busti:
«Tutti difendono
il piccolo commercio
a parole e poi vanno
al supermercato»
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