ROMA
Marevivo, 'località marine tra le prime vittime overtourism'

(ANSA) - ROMA, 07 AGO - Le coste italiane sono tra le prime
vittime dell'overtourism. Secondo la recente indagine di
Demoskopika, che ha analizzato l'indice complessivo di
sovraffollamento turistico delle province italiane, ben otto tra
le prime quindici per situazione critica sono caratterizzate dal
turismo balneare. Un dato preoccupante perché, se è vero che il
mare è una risorsa fondamentale per la nostra economia, è
altrettanto vero che il turismo selvaggio sta compromettendo in
modo irrecuperabile l'ecosistema marino: dalla pressione
antropica fuori controllo che impatta sulle coste e sulle
spiagge, agli ancoraggi sotto costa che devastano le praterie di
Posidonia, fino al disturbo costante degli organismi marini.
A lanciare l'allarme è Fondazione Marevivo, che da
quarant'anni si occupa di tutela del mare, e chiede norme più
stringenti per regolamentare il turismo.
Gli impatti dell'overtourism, ricorda Marevivo, sono
innumerevoli: degrado del fondale, disturbo alla fauna locale e
forte pressione antropica su un tratto di costa fragile e privo
di adeguati servizi di gestione, abbandono di rifiuti. Per
quest'ultimo, la minaccia più insidiosa è rappresentata
naturalmente dalla plastica, che costituisce il 60% dei rifiuti
abbandonati sulle spiagge. Un inquinamento certo non solo
visivo: ad allarmare è soprattutto la presenza di
microplastiche, frammenti più piccoli e insidiosi, che
raggiungono concentrazioni record di 64 milioni di particelle
fluttuanti per chilometri in alcune zone. Il Mediterraneo, pur
rappresentando l'1% dell'acqua presente nel mondo, concentra il
7% delle microplastiche globali (fonte: Unep).
"Quando parliamo di overtourism - spiega Rosalba Giugni,
presidente di Marevivo - pensiamo subito a Venezia, Roma o
Firenze. Non ci soffermiamo quasi mai ad evidenziare come,
invece, il mare con i suoi delicati ecosistemi sia stato una
delle prime vittime del turismo di massa e dell'inquinamento che
spesso ne deriva. Eppure, nel nostro Paese esistono già casi di
successo che hanno risolto positivamente il fenomeno.
Amministrazioni lungimiranti che hanno capito che tutelare il
patrimonio e la bellezza ambientale è un incentivo, e non un
freno, per l'economia legata al turismo". (ANSA).
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