PREOCCUPAZIONI
Piatti Freschi non riapre
La fabbrica di Marnate non sarà ricostruita dopo il terribile incendio del 2017: lavoratori in agitazione

Sono in stato di agitazione i dipendenti della Piatti Freschi di Marnate, tutti in cassa integrazione a rotazione da quando nell’aprile 2017 l’azienda di viale Kennedy è stata distrutta da un incendio di grandi proporzioni.
Lunedì 24 i sindacalisti che seguono la vicenda hanno incontrato i vertici dell’azienda che fa capo al colosso Beretta e giovedì è stata fissata l’assemblea sindacale per incontrare tutti i dipendenti di Marnate. Al momento l’azienda garantisce l’occupazione a tutti i dipendenti di Marnate ma da alcuni giorni circolano fra lavoratori ed ex dipendenti diverse voci rispetto al futuro occupazionale.
Mentre è ormai granitica, la certezza che il centro di produzione non riaprirà a Marnate: niente più Piatti Freschi o come si chiamava in passato Giesse e poi Fresco. L’azienda che inizialmente pensava a una ricostruzione, nel tempo ha invece deciso di optare per una strategia differente, investendo nella costruzione di un grosso impianto nel Vercellese dove trasferire la produzione.
Così a Marnate ci sarà al massimo un magazzino con una sede logistica e di certo non in tempi brevi. Dai sindacalisti Cgil che seguono la vicenda arriva però un messaggio chiaro: «L’azienda ha garantito l’occupazione e non ci sono esuberi». Tuttavia potrebbero esserci all’orizzonte ulteriori problemi, secondo i dipendenti che al momento viaggiano quotidianamente alla volta del vercellese: l’azienda potrebbe tagliare le agevolazioni che fino a questo momento aveva garantito agli oltre 250 dipendenti marnatesi. Alcuni, già nei mesi scorsi, sfiancati dalla vita da pendolari, hanno cercato e trovato una nuova occupazione, dando le dimissioni. Ma non per tutti la situazione è così semplice: ci sono molte persone che vivono letteralmente grazie all’azienda che dà lavoro a famiglie intere. Le nubi all’orizzonte sono legate al fatto che i vertici aziendali potrebbero non essere in grado di garantire le agevolazioni ai marnatesi: la navetta che da Marnate trasporta i dipendenti nel vercellese e turni di lavoro agevolati. Ma per il momento ogni questione è blindata e nel campo delle ipotesi.
Riguardo ai rumors sui licenziamenti in vista, proprio i sindacati ieri pomeriggio hanno ribadito: «Non ci sono esuberi», dicono con fermezza, «E comunque se dovessero essere lasciati a casa dei dipendenti ci sono i criteri stabiliti dalla legge». I timori sono tanti, il clima è teso fra dipendenti e azienda: i problemi ci sono e la situazione non sarà di facile soluzione.
Il sindaco Marco Scazzosi al momento sta seguendo la vicenda in silenzio perché non vi sono certezze. Resta il fatto che Marnate e la Valle Olona perdono una delle più grandi e importanti aziende sul territorio che negli anni ha letteralmente sostentato la comunità dando lavoro, assumendo stagionali per la produzione e producendo ricchezza nell’indotto. Non resta che attendere l’assemblea di giovedì, quando la situazione dovrebbe delinearsi meglio.
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