L’INTERROGATORIO
Marnate, «Un abbraccio mortale»
Arrestato per l’omicidio della madre, Angelo Paganini ha confessato

Ha pianto Angelo Paganini davanti al gip Piera Bossi. E tra le lacrime ha ammesso di aver ucciso la mamma ottantottenne, «stringendola forte a sé», in un abbraccio mortale.
Il giudice non ha convalidato il fermo, perché a differenza di quanto prospettato dal pubblico ministero, non ravvisa il pericolo di fuga: l’unica scappatoia che il sessantenne ha cercato è stata dalla vita, ma il tentativo di suicidio è fallito.
Il gip Bossi ha comunque applicato la misura cautelare in carcere indicando la più stretta sorveglianza affinché possano essere scongiurati nuovi gesti autolesionistici. Il movente del delitto di Maria Facchinetti era emerso già venerdì e Angelo lo ha confermato durante l’interrogatorio di ieri mattina in ospedale a Busto Arsizio: i debiti che ormai lo schiacciavano lo avevano spinto a uccidersi, ma non avrebbe mai lasciato sulle spalle della famiglia l’anziana e amatissima mamma. «Volevo portarla con me». Del resto la pensionata era malata di Alzheimer e allettata ed era soprattutto il figlio a prendersi cura di lei.
Dunque sembrano riscontrate le dichiarazioni rese dai familiari sentiti dagli inquirenti venerdì pomeriggio: Angelo non aveva una stabilità lavorativa e faceva fatica a tenere a bada la febbre del gioco. Aveva troppi creditori alle calcagna e in casa non ne potevano più delle difficoltà economiche che da tempo faceva ricadere su tutti. Sul figlio Emanuele, che vive a Busto, sul fratello che abitava sotto lo stesso tetto di via Marconi 237, sulla madre nonostante ormai non fosse più in grado di comprendere.
Qualche mese fa a quanto pare il sessantenne avrebbe già provato ad ammazzarsi, gettando tutti nello sconforto. Venerdì mattina Angelo e Maria erano soli. Il figlio Emanuele era andato a prendere a Malpensa il fratello Marcello, di ritorno dalla vacanza in Sardegna.
Forse il marnatese rimuginava il pensiero di andarsene con la madre da qualche giorno. Il 22 settembre ha preso tra le braccia Maria e l’ha avviluppata con forza vigorosa, fino a strangolarla. Ha ricomposto il corpo nel letto, incrociandole le mani sul petto con un rosario. Ha scritto un biglietto di spiegazioni per la famiglia e poi ha preparato il cavo elettrico e il nastro isolante da fissare a uno degli alberi per impiccarsi.
Il destino ha voluto che il ramo cedesse prima che intervenisse l’asfissia. Così quando Emanuele e Marcello sono arrivati da Malpensa hanno trovato il corpo di Angelo a terra in condizioni gravi ma non irreversibili e hanno allertato il 118 in tempo per poterlo salvare. Per Maria invece non c’era più nulla da fare.
Il pubblico ministero Valeria Spinosa ha disposto l’autopsia per accertare le precise cause del decesso e l’orario della morte. Nei prossimi giorni verrà fissato il funerale. Intanto i carabinieri di Gorla e del reparto operativo di Varese ultimeranno gli accertamenti per chiudere del tutto il quadro investigativo.
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