CAPITOLO CHIUSO
Marnate, volantini diffamatori: niente processo
I tre consiglieri di opposizione accusati hanno offerto mille euro ciascuno a sindaco, assessore e consigliere che li hanno querelati: “Non luogo a procedere”

Prima i volantini della minoranza appesi alla bacheca del Comune, poi la querela e, ora, la chiusura sotto il profilo penale della vicenda giudiziaria. Che però potrebbe avere ancora uno strascico in campo civile. “Non luogo a procedere”: così ha deciso il giudice questa mattina 12 ottobre, bisognerà poi vedere e leggere le motivazioni della sentenza.
I tre componenti della lista Per Marnate, Roberto Pozzoli, Silvia Elzi e Moreno Bertazzo hanno pagato mille euro ciascuno alle tre persone che si sono sentite lese: sindaco Elisabetta Galli, l’assessore Sara Liguori e il consigliere Gianluigi Guzzetti. I tre componenti dell’opposizione sono stati chiamati a rispondere per il reato di diffamazione aggravata per aver firmato un volantino con cui denunciavano che due componenti della maggioranza avessero trovato occupazione avvantaggiandosi della posizione. «I tre imputati, dopo che il Tribunale ha respinto la loro eccezione di competenza, ossia la loro richiesta di essere giudicati avanti al Giudice di Pace, e dopo che il Tribunale ha invitato ed ottenuto dal Pubblico Ministero di udienza, su istanza dell'avvocato delle persone offese, l'integrazione del capo d'imputazione in diffamazione pluriaggravata, hanno chiesto la definizione del giudizio penale per estinzione del reato mediante condotte riparatorie, offrendo perciò, a risarcimento dei danni patiti dalle persone offese, alla fine una cifra simbolica di 1.000 euro per ciascuno dei tre danneggiati. Tale somma è stata messa a disposizione in contanti e consegnata al Tribunale dagli imputati”, spiega l’avvocato Cinzia Barbetti “Le parti offese, senza entrare nel merito dell’offerta, hanno chiesto scuse formali e diffuse nella stessa forma di pubblicità che aveva avuto il volantino diffamatorio. Tale richiesta non è stata accolta dagli imputati, per cui le persone offese non hanno accettato la somma offerta, che è interamente ritornata nelle mani degli imputati. Le parti offese sono comunque soddisfatte di questo esito del procedimento penale, posto che nel corso del processo, che si è celebrato e concluso ieri nell’udienza predibattimentale, è evidentemente emersa l'effettiva connotazione criminosa dei fatti imputati e contestati, di cui la sentenza di non doversi procedere è atto dovuto in presenza di condotta ritenuta riparatoria al danno arrecato alle persone offese». Conclude il legale del primo cittadino Betty Galli, dell’assessore Liguori e del consigliere Guzzetti. «Le tre persone offese non hanno mai avuto, e non hanno, alcun intento persecutorio nei confronti degli imputati. Infatti, circa un anno fa avevano promosso per questa vicenda una procedura di mediazione, in ambito civilistico, alveo deputato e naturale in cui poter trovare un accordo risarcitorio tra le parti, a cui però gli imputati non si erano nemmeno presentati».
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