IL CASO
Maturità senza Latino: rischio di ricorsi
Rivolta dei docenti allo Scientifico: «Nominati commissari non abilitati». Probabili azioni relative agli esami di Stato

Lingua latina addio ed esami di maturità sotto accusa. La questione è di portata nazionale perché mette nel mirino una direttiva del Ministero dell’Istruzione, ma parte da Varese, liceo Scientifico Galileo Ferraris, dove dall’ultimo collegio docenti del 24 giugno è uscito un documento molto duro che è stato inviato a Roma e all’Ufficio Scolastico Territoriale di via Copelli.
Con il rischio, tutt’altro che vago, che ne possa scaturire un ricorso da parte degli eventuali studenti bocciati oppure anche solo insoddisfatti del voto finale.
COMMISSARI SENZA LATINO
La questione, squisitamente tecnica, viene così riassunta da Marzia Rosani, docente allo Scientifico: «Agli esami appena conclusi sono stati nominati per i licei Scientifici numerosi commissari esterni non abilitati in Latino. Una possibilità concessa dal Ministero che indica, anno dopo anno, le classi di concorso. L’assegnazione agli istituti è invece prerogativa degli Uffici territoriali o provinciali. Bene: questa decisione ha creato una differenza di trattamento perché alcune classi hanno potuto avere Latino alla terza prova scritta, altre no. Alcuni studenti potevano essere interrogati in Latino, altri no».
Tutto questo con il risultato, evidente, che certi alunni (immaginiamo i più deboli nella lingua di Cicerone) ne hanno tratto un “vantaggio” che altri non hanno avuto. «Ma anche per i docenti di lingua si è trattato di una esperienza amara», è la riflessione finale.
Non è tutto.
IL PASTICCIO DEGLI ABILITATI
Sempre secondo la pubblica denuncia dei docenti varesini, un secondo pasticcio si sarebbe verificato a livello locale: «Chi, pur abilitato, non ha mai insegnato Greco e Latino, è stato assegnato al Classico e altri che insegnano da anni Italiano e Latino sono stati nominati per Italiano e Storia. Senza contare gli abilitati in Latino che sono finiti nei corsi sperimentali dove la materia non è prevista e colleghi che non lo insegnano nominati invece nelle stesso istituto, ma su classi del corso ordinario, dove il Latino è quinquennale».
Visto così, un grande pasticcio.
BUONA SCUOLA? PRONTI ALL’ATTACCO
Il documento del collegio docenti si pone allora alcune domande preoccupanti che rivolge al Ministero: «Come mai in una Buona Scuola (il riferimento è alla legge 107 che proprio un anno fa venne varata dal governo Renzi e che viene considerata una mezza rivoluzione in fatto di organizzazione della scuola italiana) non si controlla che il docente nominato abbia i titoli necessari per garantire un esame corretto e completo delle conoscenze e competenze degli esaminandi? L’intervento ministeriale mira forse a trasformare il Latino allo Scientifico in mera materia opzionale?».
L’ultimo capoverso del documento parla di «amarezza per docenti e alunni che hanno faticato e sofferto per cinque anni», ma anche di «indignazione» perché «indice di scarsa considerazione e poco rispetto della professionalità dei docenti e dell’impegno dei discenti».
Missiva in attesa di risposta? Non solo.
I docenti del Ferraris promettono «una forte azione» ma solo «al termine degli esami per evitare di turbare gli animi dei presidenti e commissari al lavoro».
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