L’INDAGINE
Maxirissa, tutte le misure cautelari
Otto ragazzi, di cui sette minorenni, ai domiciliari. Per altri 22 divieto di usare i social

La Polizia di Stato ha identificato e indagato complessivamente trenta ragazzi ritenuti responsabili della maxi rissa avvenuta nel centro di Gallarate l’8 gennaio scorso.
Così questa mattina, mercoledì 31 marzo, 70 agenti hanno dato esecuzione alle misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio a carico di due maggiorenni italiani e da quello per i minorenni di Milano a carico di 15 ragazzi. Inoltre, il Questore ha notificato a 26 dei trenta soggetti indagati i Daspo: i destinatari avranno il divieto di accesso ai locali e agli esercizi pubblici situati in centro a Gallarate.
Fra i giovani indagati, alcuni dei quali addirittura minori di 14 anni e per la legge non imputabili per i reati commessi, sono state accertate responsabilità per rissa aggravata, lesioni personali, favoreggiamento e porto di armi e oggetti atti ad offendere.
L’indagine ha consentito di stabilire che la rissa fu organizzata da due opposte fazioni, composte da soggetti di Varese/Malnate contro soggetti di Cassano Magnago/Gallarate, al fine di “regolare i conti” a seguito di una precedente rissa avvenuta solo pochi giorni prima, il 4 gennaio a Cassano Magnago, tra un gruppo di ragazzi (di origine centro-africana e libanese) provenienti da Malnate e una ventina di soggetti (prevalentemente di origine albanese) di Cassano Magnago, che si erano affrontati per futili motivi.
I due maggiorenni sono stati sottoposti uno agli arresti domiciliari e l’altro all’obbligo di dimora con divieto di allontanamento notturno.
Per sette minorenni è scattato l’obbligo della permanenza in casa, con divieto di comunicare con qualsiasi mezzo, telefonico o telematico con soggetti diversi da quelli con cui coabitano, mentre gli altri 8 per due mesi dovranno rientrare a domicilio entro le 19 e usare i sistemi telematici solo ai fini scolastici.
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