IL RITROVAMENTO
Meduse nel lago di Monate
Nessuna paura, però: sono prive di tentacoli urticanti e quindi innocue per l’uomo

Non credeva ai propri occhi, la nuotatrice in acqua con suo figlio, a Monate. «Che cosa ci fa una medusa in un lago?». Così Anna Nidoli, odontoiatra varesina, ha cercato di capire che cosa avesse di fronte, poi è tornata indietro per prendere un recipiente e tentare di pescare la medusa d’acqua dolce.
«Ho preso un pattino e poi sono andata di nuovo in quel punto in mezzo al lago a cercare quegli strani esseri che avevo visto nuotando, vicino alle sorgenti».
Poco prima, mentre faceva il bagno con il figlio Amedeo Trovò, 14 anni, di fronte alla spiaggia del chiosco Oltre Lago, l’incontro ravvicinato con quelle “meduse” . «Erano quattro o cinque, grandi più o meno due centimetri e mezzo, addirittura le ho messe nella maschera che stavo usando, le ho toccate con le mani, senza alcun problema».
Una scoperta sorprendente per il lago di Monate e in genere per i laghi varesini, un po’ meno per il mondo scientifico.
«Si chiama craspedacusta, è un idroide che non ha tentacoli urticanti, nessun pericolo per l’uomo», dice il professor Marco Saroglia, esperto di Ittiologia, che ha chiesto conferma nella “diagnosi” della specie al collega dell’Insubria Roberto Valvassori, zoologo. «Certo non si vedono spesso nei nostri laghi, sono ritrovamenti rari, io personalmente qui nel Varesotto non le ho mai viste, queste meduse d’acqua dolce, le ho invece viste lungo il Po», spiega il professor Saroglia. «Si tratta di un idroide che si nutre di microparticelle organiche o di residui batterici e di microalghe». Il vero interesse per questo strano “essere” che tutti collegano al mare, e che se viene sfiorato in acque salate provoca fastidiose “ustioni” sulla pelle, «risiede nel fatto che la presenza di questa medusa di acqua dolce è segnale di acqua pulita, di un bacino con un indice di inquinamento poi non così profondo».
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