Mensa dei Poveri: il Parlamento chiede 600mila euro

Anche il Parlamento europeo chiede i danni. Parte offesa nel filone ordinario del processo Mensa dei poveri, l’Europarlamento ha depositato ai giudici della sesta sezione del Tribunale penale di Milano, attraverso i suoi due legali incaricati, una richiesta di risarcimento per danni patrimoniali da quasi 600 mila euro.
AL CENTRO DELLA RICHIESTA
Al centro della richiesta i finanziamenti incassati per i propri collaboratori da Lara Comi, l’eurodeputata saronnese di Forza Italia nel periodo 2014-2019, rientrata nell’autunno scorso a Strasburgo subentrando a Silvio Berlusconi dopo che il Cavaliere ha optato per il Senato. Da quelli per gli assistenti parlamentari Maria Carla Ponzini ed Enrico Giovanni Saia a quelli per il terzo erogatore (chi presenta le fatture e incassa i rimborsi dal Parlamento Europeo e li gira poi al parlamentare che rappresentata) Gianfranco Bernieri all’addetto stampa Andrea Aliverti. Tutti (tranne Saia che ha scelto il rito abbreviato) ora si trovano sotto processo a Milano per truffa aggravata al Parlamento Europeo per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Uno dei diversi filoni processuali che compongono il procedimento Mensa dei Poveri che ha preso le mosse indagando sul sistema di appalti pilotati e corruzioni che ruotava intorno alla figura del “signore delle nomine“ gallaratese Nino Caianiello.
«PUNTIAMO A UN’ASSOLUZIONE PIENA»
«Le richieste di risarcimento non ci impressionano più di tanto. Anche perché noi per Comi puntiamo a un’assoluzione con formula piena. Indipendentemente dalle loro richieste», ha tagliato corto l’avvocato Gian Piero Biancolella, difensore della parlamentare europea azzurra. «Nella loro discussione sono stati imprecisi, anche perché hanno tralasciato circostanze di fatto che a nostro avviso sono molto rilevanti». Peraltro, se il calendario riservato alle difese sarà rispettato, la difesa Comi non avrà molto da attendere per perorare le proprie ragioni: l’arringa dell’avvocato Biancolella è fissata per lunedì prossimo.
L’ACCUSA
Una discussione che promette di essere lunga e approfondita. Così da contrastare le argomentazioni accusatorie, oggetto di una memoria della Procura, che a detta dell’avvocato Biancolella «non hanno tenuto conto degli esiti dell’istruttoria».
Al termine della requisitoria, l’accusa ha chiesto 5 anni e mezzo per Lara Comi, accusata di corruzione e false fatture per un contratto di consulenza da 21 mila euro affidato da Afol Metropolitana Milano a una avvocatessa-commercialista savonese (ma in cambio della «retrocessione» di metà somma all’ex dg dell’ente) e, per l’appunto, di tre diversi capi di imputazione relativi ad altrettanti episodi di presunta truffa al Parlamento Europeo per contratti con suoi assistenti, due dei quali allo stato già prescritti.
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