IL PERSONAGGIO
«Mia moglie e le mie figlie: loro sono la mia vita»
Gallarate, il calciatore dell’Inter Francesco Acerbi ospite a Duemilalibri con la sua opera “Io guerriero”
Tra sciarpe e maglie dell’Inter in una Sala Arazzi unita da una passione non solo letteraria, ma anche sportiva, circa trecento persone hanno ascoltato martedì 11 novembre, Francesco Acerbi ospite a Duemilalibri. Una presenza, con il suo libro “Io guerriero” (Rizzoli), che ha segnato un bel goal per la manifestazione. «Questa presentazione – ha sottolineato infatti l’assessora alla cultura Claudia Mazzetti – non è solo una delle prime di questo libro in Italia, ma anche una delle pochissime che Franceso Acerbi farà».
Dal ricordo dei primi calci tirati al pallone «nel garage di mio papà con lui che aggiustava la sua moto e io calciavo addosso al muro», ha raccontato Acerbi, fino a quell’iniziare a «giocare in ogni momento libero che hai, con tutto dettato dalla passione», il calciatore si è donato al suo pubblico con semplicità ed emotività, svelando anche di aver tifato, da bambino, per il Milan, e passando anche per il tumore che l’ha colpito anni fa, dopo il quale «nella mia testa è scattata la molla di dire okay, adesso mi concentro su quello che ho lasciato prima della malattia», perché questo è stato ciò che gli ha fatto concentrare sul calcio tutte le sue forze.
Tra i ricordi, quello di Vialli, «una delle pochissime persone nel calcio che, quando parlava, ascoltavi pienamente ogni parola. Non so come mai, ma era una cosa differente da tutti».
Nell’incontro, moderato da Simone Carini, non sono mancati momenti in cui Acerbi si è commosso, in cui ha ricordato l’affetto e il sostegno della sua famiglia, le parole che non è riuscito a dire al papà mancato presto, e un applauso di approvazione quando, a una domanda su che cosa pensa del futuro che si prospetta su San Siro, il calciatore non ha nascosto come «fin da quando ci vai da piccolo, non immagini un altro stadio».
Con anche un consiglio a tanti piccoli calciatori presenti in sala: «Se avete un sogno, fate qualsiasi cosa per realizzarlo, pur sapendo che ci saranno momento difficili».
E, parlando di sogni, una risposta che lo tocca sia come calciatore, sia come uomo: «Come giocatore, spero di finire molto bene la mia carriera, senza rimpianti, dando il massimo per quello che posso finché smetterò di giocare, spero ad alti livelli. E personalmente, stare sempre meglio con la mia cara moglie, che mi ha sopportato e supportato, e con le mie figlie: loro sono la mia vita».
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