IL PERSONAGGIO
«Filippo è più serio di me»
Michelangelo Tommaso, il bello di “Un posto al sole” alla Sala Montanari: applausi e confidenze

L’accoglienza tributata dalle fan di Filippo è stata calorosa e rumorosa. Oggi, venerdì 6 aprile, alla Sala Montanari di Varese, il bello di “Un posto al sole”, al secolo Michelangelo Tommaso, è stato il mattatore. «Cosa c’è di Filippo in me? Siamo molto diversi. Lui è un bravo ragazzo, non che io non lo sia, ma in realtà non sono così pacato e serio come lui. Mi sento un ragazzo molto più frizzante, confesso, non mi piace annoiarmi».
Così Michelangelo parla del suo personaggio in “Un posto al sole”. Oggi - colpo grosso del Festival Cortisonici - l’attore è stato protagonista a Varese. Ospite d’onore per l’incontro pubblico “Mafie racket e usura in prima serata tv”. Gia, perché la soap opera di Rai Tre non è di pura evasione ma affronta anche temi forti.
Tommasi interpreta Filippo Sartori, bello e benestante, figlio dell’imprenditore Roberto Ferri.
La fiction più seguita e longeva della televisione italiana racconta da oltre vent’anni vicende che hanno un grande legame con tutto quello che riguarda la lotta contro la camorra, un argomento che Cortisonici ha voluto affrontare con il progetto “Tutta un’altra storia” realizzato con la supervisione scientifica di Libera associazione contro le mafie promossa dal Comune di Varese e con il contributo di ragione Lombardia.
Tommaso, come affronterà il tema della legalità e quale sarà il suo messaggio al pubblico?
«Sicuramente il tema è molto delicato, sarò supportato da un team fantastico e dallo sceneggiatore Raffaele Napoli che mi aiuterà a parlare di problematiche legate alla mafia. Porterò la mia testimonianza raccontando un po’ quello che ha vissuto Filippo nella soap quando si è trovato ad avere problemi da imprenditore ma affronterò anche quello che sta vivendo il mio personaggio a causa del trading on line e della patologia legata a questo sistema che lo sta portando a chiudersi fra quattro mura e a litigare con la moglie Serena».
In che modo la soap può aiutare gli spettatori che si riconoscono in quelle vicende?
«Gli autori in qualche modo suggeriscono delle soluzioni attraverso i personaggi, non ce mai un finale disastroso ma piuttosto messaggi di speranza. “Un posto al sole” fa anche questo. Nella soap ci sono sentimenti, coraggio, lealtà, paure e la forza di ribellarsi e credo che questo sia il messaggio principale da comunicare».
È da poco diventato padre: sua moglie, Samanta Piccinetti è attrice nella soap. Come conciliate lavoro e famiglia?
«Non è per niente semplice ma con molti sforzi e fatica cerchiamo di organizzarci. Certamente diventare genitori ha portato cambiamenti nella nostra vita ma ce la caviamo bene. Non è stato facile anche partecipare a “Dance Dance Dance” anche perché abbiamo dovuto organizzarci con le riprese di Un posto al Sole».
Quanto tempo passa a Napoli per la fiction?
«Metà settimana, questo il tempo necessario per le riprese. Considerate che le puntate che stanno andando in onda adesso sono quelle girate circa due mesi fa».
Può darci qualche anticipazione su quello che accadrà?
«Posso solo dirvi che la vicenda che riguarda Filippo non si risolverà facilmente, sarà una storia travagliata e articolata. Purtroppo il nostro Sartori si è messo nei guai e anche il pubblico sul web è molto arrabbiato con lui perché è diventato scontroso e antipatico».
Quali sono i suoi progetti?
«Sono in attesa di alcune novità che non vi posso svelare ma posso dirvi che a breve partirò per l’America per svolgere un corso di recitazione. Ci vado spesso perché vorrei aprire, se possibile una porta anche negli USA e forse una piccola finestra si è aperta, chissà! Comunque tranquilli, non ho intenzione di lasciare “Un posto al sole“. Nel frattempo sto cercando da anni di laurearmi in Cinema al Dams».
Che tipo di film guarda e che ruolo le piacerebbe interpretare?
«Mi piacciono molto le serie tv e i film ambientati nel tra il XIX e il XX secolo, adoro i costumi del tempo e le vicende narrate. Considerati i personaggi abbastanza seri che interpreto, direi che mi piacerebbe provare un ruolo comico».
Una volta ha detto che ti piacerebbe si parlasse di più di religione, la pensa ancora così?
«Si, certo. Credo che ci sia bisogno di spiritualità soprattutto oggi e non penso che questo possa danneggiare o offendere qualcuno, tutti abbiamo bisogno di una guida».
Articolo sulla Prealpina di sabato 7 aprile.
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