LA MOSTRA
Michele e Ottorino De Lucchi a confronto
L’archistar che ha progettato il Padiglione Zero di Expo (e abita ad Angera) a confronto con il suo fratello gemello, pittore, al Punto sull’Arte di Varese

Due gemelli a confronto: Michele De Lucchi e Ottorino De Lucchi espongono nella galleria varesina di Sofia Macchi. L’arte li unisce, la barba li distingue da 46 anni, da quando con la maggiore età l’uno ha voluto affermare la propria autonomia dall’altro. Di Michele De Lucchi, archistar sui generis, con un debito di riconoscenza per il Giappone e un grande amore per la nostra provincia, dove vive dal 1990 - come racconta nell’intervista che pubblichiamo - sono esposti alcuni dei lavori in legno che scolpisce a mano nel Chioso, la sua casa-atelier di Angera: «l’architetto, emblema del rigore e della misura, rivela a sorpresa la sua anima più libera e selvaggia in una serie di sculture: la poesia delle Montagne, l’alternarsi ritmato dei pieni e dei vuoti delle Palafitte e degli Edifici vuoti, opere uniche costruite da lui pezzo per pezzo assemblando piccoli tasselli di legno», scrive la curatrice Alessandra Redaelli nel catalogo edito dalla galleria.
Ottorino De Lucchi, che vive e lavora a Padova, è un pittore che applica alle sue tele la mentalità scientifica sviluppata studiando chimica all’università. Il suo approccio è: plan, do, check e act (pianifica, realizza, controlla e agisci), che sono i quattro passaggi del «ciclo di Deming», modello per il miglioramento continuo della qualità. Così De Lucchi è arrivato alla sua personale versione del watercolor drybrush, l’acquerello con il pennello asciutto - scoperto nei suoi anni americani quando fu folgorato da Andrew Wyeth - con cui dipinge nature morte piene, pastose, con colori vividi, in altissima definizione come un full HD, e tuttavia anche trasparenti, che danno l’idea che la luce provenga dall’interno stesso dell’oggetto, inquadrato sempre in modo perfettamente frontale, in contrasto con il nero denso o il bianco totale dello sfondo. Spiega la curatrice: «La figurazione, la scelta di un tema semplice e leggibile come la natura morta, diventa per Ottorino De Lucchi il pretesto per un discorso squisitamente concettuale. Un’analisi chirurgica della realtà che può leggersi anche come una disamina sulla bellezza e sulla caducità, per certi versi sulla vita e sulla morte».
«De Lucchi-De Lucchi» - A Varese, Punto sull’Arte, viale Sant’Antonio 59/61, inaugurazione con i due artisti sabato 21 novembre dalle 18 alle 21 (si consiglia di raggiungere la galleria a piedi perché le strade adiacenti sono chiuse per il mercatino di Natale di Casbeno), dal 22 novembre al 23 dicembre da martedì a sabato ore 10-13 e 15-19, domenica 15-19, info 0332.320990.
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