Musica
Mika: in "No Place in Heaven" la libertà e chi voglio diventare
Il cantante e il nuovo disco di inediti: "Intimo e trasparente"

Milano, 11 giu. (askanews) - Un album "intimo e personale" ma anche "chiaro e trasparente" per raccontare chi è ma soprattutto chi vuole essere: Mika presenta con queste parole "No Place in Heaven", il suo nuovo disco di inediti, che esce il 15 giugno sulle piattaforme digitali su etichetta Virgin/Emi per Universal Music. A Milano, in una conferenza stampa tenuta in italiano, il cantautore di origine libanese, giudice dell'edizione italiana di X Factor, ha esordito parlando di una malinconia che lo avvolge per aver condiviso con gli altri una "cosa eterna" e del nervosismo che c'è sempre in queste occasioni.
"La differenza tra questo e il disco precedente è grande: in quello prima c'era una sorta di rottura, ho voluto fare una cosa intensa ed elaborata per darmi l'opportunità di cambiare, darmi una libertà dopo. Per questo ora ho voluto fare una cosa più chiara e trasparente, molto più personale, senza usare una tecnica creativa di analogia, situazioni per nascondere la mia storia personale" ha detto Mika, che ha chiesto aiuto per trovare la parola giusta che descrivesse questa tecnica, cioè "metafora". "Ho voluto fare un album molto intimo e personale e molto pop, il mix tra queste due cose: ha molto di più nella tradizione degli album pop di anni sessanta e settanta. È un album molto craft anche per il luogo dove ho scritto e registrato, nelle colline di Hollywood in un bungalow degli anni 50". Fonti dichiarate di ispirazione sono Billy Joel ed Elton John.
Anche il titolo del disco non è casuale. "Non c'è spazio in Paradiso è un titolo con tanta gioia, io non sto cercando uno spazio in Paradiso, se c'è va bene ma se non c'è va bene lo stesso, sono contento di dove sono. Nella mia cultura libanese c'è sempre la paranoia della vergogna, parlare delle cose intime in pubblico e nel lavoro è una cosa volgare. Per me scrivere un album intimo e personale era un modo di buttare fuori questa paranoia dentro me stesso e la mia famiglia, la libertà e il tipo di adulto che voglio essere e diventare. Quando scriviamo una canzone è molto più interessante parlare di chi vogliamo diventare rispetto a chi siamo" ha spiegato ancora Mika.
La libertà riguarda anche la sfera sessuale. "C'è sempre la sessualità, questo fa parte dell'identità, buttare fuori questo aspetto, questa paura. E anche quando vieni da una famiglia anche solo al 50 percento libanese tutto è un po' complicato, c'è sempre paura di tutto, anche le cose che sembrano banali, parlare di mia sorella - ha aggiunto l'artista spiegando il cambiamento da lui attraversato - 5 anni fa non parlavo di niente, con molta più distanza e mi proteggevo di più, parlare di amore, quando il mio cuore è pieno ed è vuoto, parlare senza nascondermi per niente. Se non posso fare questo dopo 30 anni non posso scrivere qualcosa di vero, per procurare leggerezza nel mio cuore. Ho visto persone che mi piacciono che hanno questo anche a 85 anni ma solo quando abbiamo cuore leggero e testa abbastanza seria funzionano perfettamente".
Per quanto riguarda la sessualità, ha tenuto però a precisare rispondendo a una domanda sul suo eventuale definitivo coming out, non si tratta "di un coming out in senso tradizionale come si usa di recente, quello sessuale non è così interessante, è una cosa un po' negativa. Ma coming out of a shell sì" ha aggiunto, usando un'espressione inglese che significa "uscire dal guscio".
Questa estate Mika sarà in tour in Asia e Europa. Barley Arts ha annunciato 6 date in Italia tra giugno e settembre, la prima è stata ieri sera a Milano. L'ispirazione dello show che porterà in tour, ha spiegato Mika, è la stessa della copertina del disco. "Ho preso tanta ispirazione dal futurismo italiano e dall'utopia. Io dico non c'è spazio in Paradiso, c'è un Paradiso utopico basato sull'estetica del futurismo, non c'è spazio in questo Paradiso dietro di me. Il tour continuerà da settembre su questa ispirazione visuale, l'aspetto surreale basato sulle Dream sequences, come in "Singing in the rain". La mia firma nei concerti è in qualcosa di fatto a mano, imperfetto ma emozionale, efficace con elementi semplici, non ho mai usato led, voglio creare illusioni con cose che sono di strada, ambiente di fantasia ma con carta, con niente. Sarà molto più come la scenografia di un balletto che concerto pop questa e la mia intenzione".
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