MUSICA E GUAI
In albergo con la pistola: arrestato Baby Gang
Il trapper è stato portato in carcere a San Vittore. Indagine dei carabinieri per presunto traffico d’armi

«Potete sbagliare, cadere, rialzarvi, l’importante è che non ripetiate gli stessi errori». Poco meno di un anno fa parlava così nelle scuole del suo passato difficile, del suo travagliato percorso giudiziario sin da minorenne, dopo aver incassato anche qualche decisione favorevole dei giudici come quando nel 2022, al primo tentativo di applicargli la sorveglianza speciale, avevano fatto presente che i contenuti delle sue canzoni potevano non piacere, ma che andava garantita la libertà d’espressione musicale. Ci è ricascato, però, Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, 24 anni, ormai stabilmente in vetta alle classifiche di streaming, con quasi 3 milioni di follower e collaborazioni importanti con rapper di peso, dopo una lunga gavetta nella trap. È stato arrestato di nuovo e i suoi successi, che l’hanno portato a riempire palazzetti in Italia e non solo, sembrano sempre più intrecciati ai suoi problemi con la giustizia. È finito in carcere ancora una volta e sempre per una pistola. Tre anni fa ne era stata trovata una sotto il suo cuscino. Stavolta, però, risulta anche indagato in un’inchiesta più ampia della Procura di Lecco su un presunto giro di droga e armi.
Proprio su disposizione della Procura diretta da Ezio Domenico Basso, i carabinieri sono entrati, poco prima delle 4 di giovedì 11 settembre in un albergo a Milano, dove il trapper stava dormendo, dopo essersi esibito al concerto di Emis Killa, altro rapper di punta e finito indagato nell’inchiesta sugli ultrà delle curve di San Siro. La perquisizione è stata disposta dalla pubblico ministero di Lecco Chiara Stoppioni ed era finalizzata alla ricerca di armi e droga. Così nel mobile-cucina della camera, dentro un porta tovaglioli, gli investigatori hanno scovato una semiautomatica con matricola abrasa e caricatore con nove cartucce. In un borsello di un noto marchio del lusso c’erano 4.900 euro in banconote da 50 e qualche grammo di hashish per uso personale. L’arresto in flagranza è stato disposto dalla pm di Milano Maura Ripamonti per detenzione e ricettazione dell’arma clandestina. Nel frattempo, a Calolziocorte, nel Lecchese, a casa del 24enne sono state trovate altre due pistole.
E sempre nell’ambito dell’inchiesta, in corso da più di un anno e mezzo, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare. Sono stati arrestati Zilbehar Hetem, 50 anni, suo figlio Mevljudin Hetem, 23 anni – già condannato nel processo sulla cosiddetta “faida tra trapper” come l’amico di Baby e collega di “crew“, Simba La Rue – e Rasim Dali, 42anni. A febbraio era già stato arrestato Mevljan Hetem, trovato con due pistole rubate, una delle quali usata per una sparatoria con gambizzazione ai danni di due senegalesi vicino corso Como, zona della movida milanese, nel luglio 2022 e che mai era stata rintracciata. La nuova inchiesta, tra l’altro, è partita da un altro arresto con ritrovamento di un mitragliatore di derivazione AK47, riconducibile agli Hetem, utilizzato «durante le riprese di alcuni video» di Baby e Simba, pure lui indagato a Lecco e già detenuto per condanne definitive, tra cui quella per la «faida».
Per la Procura milanese, che ha chiesto la custodia in carcere, Mouhib, che era in attesa dell’affidamento ai servizi sociali per la condanna definitiva di due anni e nove mesi nel processo sulla sparatoria, è molto pericoloso e manifesta, anche nelle sue canzoni ed esibizioni, un evidente disprezzo verso autorità e forze dell’ordine. E abitualmente usa armi «vere, anche da guerra» nei video che rimbalzano sui social. Per averle a disposizione si avvale dell’appoggio di una “«rete criminale» specializzata nel traffico di droga, gli Hetem appunto. Nonostante, poi, da un anno sia sottoposto alla sorveglianza speciale, ha una tendenza a sfruttare le autorizzazioni concesse dai giudici, per concerti e attività connesse, per commettere altri reati. Venerdì a San Vittore sarà interrogato dalla giudice per le indagini preliminari Fiammetta Modica, difeso dall’avvocato Niccolò Vecchioni, che da anni ormai gli sta a fianco per provare a smontare un reato dopo l’altro e a valorizzare pure la «sua denuncia con l’arte dell’emarginazione sociale che ha conosciuto».
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