IL CASO
Bici in treno. Sì, con l’app
Trenord apre ai riders. Possibili vagoni attrezzati in orari dedicati
Partita decisamente male con lo slogan “Stop alle bici a bordo treno, troppi assalti pregiudicano la sicurezza”, Trenord ora cerca di mettere una pezza (ma non troppo) al suo assalto ai riders.
Dopo petizioni online, dopo flash mob in piazzale Cadorna, dopo fior di comunicati, apre qualche spiraglio. Ma risolvere il problema e dare risposte concrete a chi vorrebbe utilizzare il mix treno + bici non sarà facile, visto il materiale rotabile su cui si fa affidamento.
La petizione su change.org ha già raggiunto le cinquemila firme. «Contestiamo un provvedimento non solo chiaramente discriminatorio, ma contro l’economia, la dignità, il lavoro, il buon senso, la sostenibilità. Le nostre biciclette saranno la migliore garanzia di distanziamento fisico», dice Andrea Poggio di Legambiente.
E Silvia Malaguti, per Fiab, incalza: «Non è pensabile usare la bici senza il treno. Molti hanno pianificato la loro vita in modo sostenibile con l’appoggio della formula bici+treno, che è stata e rimane una delle più rilevanti conquiste di Fiab«.
Due giorni fa l’ad di Trenord, Marco Piuri, ha indicato una svolta: «Vogliamo riportare le bici sui treni, ma nel rispetto di regole e norme per la sicurezza». E prospetta la prenotazione dei posti, confermando però il divieto imposto giorni fa: «Abbiamo aperto un dialogo con le imprese del food delivery e le rappresentanze dei riders per trovare una soluzione condivisa per il trasporto delle bici a bordo treno. Con la nostra decisione abbiamo voluto fare emergere il problema delle biciclette ammassate nei treni che creano problemi di sicurezza, non solo perché rendono difficile mantenere il distanziamento, ma perché impediscono l’accesso alle porte di ingresso e uscita che devono restare libere da ostacoli in caso di emergenza. Questa situazione, come azienda ferroviaria non possiamo permettere che esista. Si potrebbero indicare orari e treni su cui trasportare bici fino ad arrivare a un sistema di prenotazione tramite l’App di Trenord. Penso poi a depositi nelle stazioni di Rfi e Ferrovienord in cui lasciare le biciclette».
Piuri cita «numerosi filmati nelle stazioni e a bordo dei treni che documentano la presenza di centinaia di riders saliti sullo stesso convoglio». Anar, l’Associazione Nazionale Autonoma dei Riders, riflette sui depositi, che però costringerebbero i riders a tornare a casa dalla stazione a piedi. Treni predisposti con alcune carrozze al trasporto di biciclette durante diverse ore del giorno potrebbero essere più accettati. Anar ammette i problemi, con riders che viaggiano «senza il biglietto, non hanno cura dei treni che utilizzano e rendono impossibile la sicurezza nei vagoni ostruendo le vie d’uscita», ma chiede «un controllo più capillare per garantire a Trenord il rispetto delle regole sui propri treni».
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