DOPO LE PIOGGE
Montagne di detriti nel lago
Conseguenze del maltempo nel Verbano e non esiste più il battello spazzino

Il livello del Lago Maggiore sta lentamente rientrando dopo aver raggiunto nella giornata di venerdì 2 novembre il metro e 89.
Secondo la Protezione civile se non è stato raggiunto il livello dei 2 metri è solo perché fortunatamente lo zero termico si è abbassato attorno ai 1.300 metri, congelando in neve le precipitazioni atmosferiche.
Ora protagonista della vita lacustre è il massiccio apporto di detriti che i fiumi e torrenti portano verso il lago, ripulendo gli argini dei corsi d’acqua sia lombardi che piemontesi ma anche svizzeri.
Il materiale si sta lentamente depositando sulle spiagge ancora allagate e nei porti rivieraschi.
Sorge spontanea la domanda, anche sui social: a chi toccherà ripulire questa massa di detriti e rifiuti?
E soprattutto come potrà essere eliminato?
A metà degli anni Settanta c’era il Nichessa, il battello spazzino della Provincia di Varese, a fare questo lavoro, e ora?
Ora toccherà alle singole amministrazioni comunali intervenire o direttamente o appaltando tale intervento a ditte specializzate. Ma bisognerà attendere che i detriti arrivino a terra, visto che una elevata quantità è ancora al largo, dove si sono formate delle vere e proprie isole galleggianti alla deriva. Si tratta di ramaglie e anche di qualche pericoloso tronco semisommerso, oltre a plastica, bottiglie contenitori e sacchetti non biodegradabili che sono stati abbandonati lungo i corsi d’acqua.
Occorrono per la pulitura natanti muniti di particolari meccanismi adatti per raccogliere il materiale alla deriva; il Nichessa navigando ripuliva il lago evitando così che il materiale si depositasse sulle rive.
Ai tempi toccò poi ad altri natanti speciali operare, sugli altri laghi; vennero poi rottamati, sin troppo velocemente, nel 1999 per i costi di manutenzione ritenuti «troppo elevati».
Era infatti arrivato sul lago un nuovo battello ecologico, inaugurato nel 2001, l’“Insubria” affidato a Sogeiva. Era stato acquistato dalla Provincia di Varese, grazie alla Fondazione Cariplo, per 400 milioni di euro e presentato ufficialmente ai cantieri nautici Lavazza di Brebbia.
Allora era il più grande natante della flotta degli spazzini ecologici dei laghi varesini, con i suoi 17 metri di lunghezza e 5 di larghezza, per un peso complessivo di quasi 36 tonnellate: avrebbe dovuto trasportare quasi 100 quintali di materiali raccolti.
Altra innovazione era anche la velocità visto che il motore da 180 cavalli consentiva di viaggiare a circa 7 nodi marini per un più rapido intervento sul bacino del Verbano.
Purtroppo fu giudicato da subito non idoneo per il Verbano e dopo alcuni mesi restituito alla ditta costruttrice, non senza polemiche.
Fu l’ultimo. Da allora la Provincia si è disinteressata della pulizia del lago. Su questa vicenda dell’ultimo battello spazzino del lago “L’Insubria”, era stata aperta un’inchiesta della Procura della Repubblica di Varese, con l’ipotesi di abuso d’ufficio: il battello fu rivenduto e la Corte dei Conti contestò un danno erariale di 120mila euro, una questione tuttora irrisolta.
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