IL CASO
Morazzone: Paitoni, si attende l’autopsia
A una settimana dal suicidio domani l’incarico al medico legale

È trascorsa una settimana esatta dal suicidio per soffocamento di Davide Paitoni. Un suicidio consumato in un’anonima cella del reparto Protetti a San Vittore assurto alle cronache nazionali.
IL DELITTO
Il quarantenne magazziniere di Morazzone non era un detenuto qualunque: a Capodanno aveva ucciso, con una coltellata alla gola, il figlio di sette anni Daniele. Un delitto compiuto mentre si trovava agli arresti domiciliari nella casa del padre perché accusato di tentato omicidio nei confronti di un collega, un mese prima ad Azzate.
A rompere il silenzio calato sull’epilogo della vita di Paitoni, ieri, lunedì 18 luglio, è stata la notizia dell’avvenuta notifica dell’avviso di garanzia come persone offese fatta pervenite a suo padre Renato Paitoni e alla moglie Silvia Gaggini (con la quale risultava legalmente ancora sposato) dagli uffici del pm milanese Stefano Ammendola, il magistrato di turno il giorno del suicidio.
LA NOTIFICA
A confermare la notifica è l’avvocato Stefano Bruno. Legale di fiducia di Davide Paitoni, ora assisterà l’anziano genitore, 73 anni ieri, nell’iter di indagini sul suicidio. «La notifica avverte che è stato aperto un fascicolo a carico di ignoti», puntualizza l’avvocato varesino. «L’ipotesi di reato, una prassi in casi come questi, è quella di omicidio colposo». Gli avvisi sono preparatori ai prossimi due adempimenti. Per prima cosa si dovrà procedere al riconoscimento formale di Paitoni, il cui corpo si trova all’obitorio comunale di Milano. Il magistrato ha previsto che il riconoscimento dovrà essere fatto da due parenti. Ma se il padre ha già dato la propria disponibilità ad assecondare la richiesta, non è dato sapere chi sarà il secondo parente che accetterà di procedere al riconoscimento.
LE MODALITÀ DEL SUICIDIO
Il secondo adempimento sarà l’autopsia, con relativi esami tossicologici. Il conferimento dell’incarico al medico legate è stato fissato per domani mattina e consentirà di definire una volta per tutte le cause dell’ennesimo suicidio nelle patrie galere. A seguire le stringate informazioni uscite da San Vittore, Paitoni, approfittando dell’assenza del compagno di cella (isolato per Covid), avrebbe legato alcuni lacci alla testata del letto facendo in modo di creare una sorta di cappio attorno al collo, mentre bocca e narici erano state precedentemente tappate da cerotti e garze. Complice un movimento secco, l’uomo avrebbe perso subito conoscenza, rimanendo strangolato all’istante. Sul movente del suicidio non sembrerebbero invece esserci dubbi. Accanto al letto di morte di Paitoni è stato rinvenuto un biglietto autografo con destinatario quel compagno di cella con il magazziniere di Morazzone aveva avuto modo di fraternizzare. Un messaggio per esprimere tutto il suo pentimento. Di più, tutto il suo rimorso per aver tolto la vita al suo Daniele.
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