LA TRAGEDIA
Morta in casa di riposo: s'indaga
Dubbi dei famigliari di un'ottantenne vittima di una tromboembolia. La Procura della Repubblica di Busto Arsizio apre un fascicolo

Poco più di quindici giorni di ricovero al centro polifunzionale di via Tasso, poi la morte improvvisa. Si è spenta nella notte tra domenica 28 e lunedì 29 giugno l’ottantenne che nella residenza era stata portata solo per riacquistare le forze necessarie per affrontare alcune difficoltà familiari e ora il pubblico ministero Maria Cardellicchio, che coordina l’attività dei carabinieri della stazione di Busto Arsizio, vuole vederci chiaro.
Il medico legale Luisa Andreello ha effettuato l’autopsia sulla pensionata e a quanto pare - ma si tratta di un’indiscrezione ancora da accertare - la causa del decesso sarebbe una tromboembolia, la stessa patologia che la settimana prima aveva stroncato un paziente dell’ospedale di Gallarate.
Ciò che gli inquirenti vogliono verificare è se il personale della struttura avrebbe potuto fare qualcosa per impedire l’ostruzione dell’arteria e se tutte le procedure pre e post mortem siano state seguite correttamente. Al momento risulta un solo indagato: difeso dall’avvocato Roberto Scheda, si tratterebbe di uno dei responsabili di via Tasso. Ma si tratta comunque solo di un atto dovuto, una prassi che la Procura adotta per poter sgomberare ogni dubbio dal campo delle indagini.
La vicenda di per sé è tanto tragica quanto semplice da raccontare. La donna, da quando il marito stava lottando contro una malattia piuttosto aggressiva, pare si fosse lasciata andare: inappetenza, astenia, depressione. Così, su espresso consiglio del medico, i parenti avevano deciso di farla seguire e accudire notte e giorno per almeno un mese.
Oltretutto sembra che l’ottantenne avesse qualche difficoltà di deambulazione e la Rsa era parsa la soluzione migliore per risollevarla. Diciassette giorni è durata la sua degenza da allettata, poi a casa del figlio, intorno a mezzanotte tra il 28 e il 29 giugno, è arrivata la telefonata che mai avrebbe voluto ricevere, quella che gli comunicava la scomparsa della madre.
Stando a quanto trapelato finora, l’uomo sarebbe immediatamente accorso alla casa di riposo, ma il personale in servizio non intendeva mostrare la salma ai parenti.
Il motivo? Il medico non aveva ancora constatato ufficilamente il decesso quindi fino all’indomani mattina non sarebbe stato possibile avvicinare il corpo della donna. Il figlio a quel punto ha chiamato i carabinieri, intervenuti poco dopo. I militari hanno acquisito la cartella clinica dell’ottantenne e iformato l’autorità giudiziaria, anche perché se davvero nessun dottore ha appurato la disgrazia nell’immediatezza dell’evento, resta aperto un dubbio: si sarebbe potuto tentare qualcosa per salvare la degente?
Ovviamente nessuno, allo stato, può fornire risposte e va detto che a quanto pare il giorno successivo l’anziana sarebbe stata visitata in ospedale. Il caso è molto delicato ed è proprio per questo che il pubblico ministero Cardellicchio ha avviato gli approfondimenti investigativi opportuni.
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