ANNI SESSANTA
Tre mostre per raccontare il Realismo Esistenziale

Il Castello di Masnago ospita una mostra sul Ralismo Esistenziale: la passione civile, il desiderio di raccontare la realtà, quella cruda e piagata del dopoguerra, senza le sovrastrutture dell’impegno ideologico, ma con un senso di rivolta e di tensione emotiva reso da una pittura severa, scabra, a restituire la precarietà della vita. È l’impegno del Realismo Esistenziale, che un critico come Marco Valsecchi battezzò nel 1956 sulle colonne de «Il Giorno», recensendo la prima mostra alla galleria San Fedele di Milano, formato da un gruppo di artisti usciti dalla scuola di pittura di Aldo Carpi e Francesco Messina all’Accademia di Brera, con in testa Mino Ceretti, Giuseppe Guerreschi, Bepi Romagnoni e lo scultore Floriano Bodini, poi affiancati da Tino Vaglieri, Giuseppe Banchieri e Gianfranco Ferroni.
Al movimento, attivo fino alla fine degli anni Sessanta, Fabrizia Buzio Negri, con Sara Bodini e Renato Galbusera, dedica una grande mostra al Castello di Masnago, dal titolo «Dal Realismo Esistenziale alla Nuova Figurazione. Gli anni Cinquanta/Sessanta». Fanno da corollario altre due esposizioni: «Zivilcourage», dal 13 ottobre al Museo Bodini di Gemonio, e «I Sette di Gottinga nella contemporaneità - Floriano Bodini maestro di Libertà», dal 6 novembre a Palazzo Pirelli di Milano.
Il progetto, nato da un’idea di Buzio Negri, che nel 1997 curò la mostra storica «Guerreschi e il Realismo Esistenziale» per la Gam di Gallarate, conta su oltre 80 opere esposte nelle tre sedi, e su una ricognizione precisa e documentata sull’opera di Bodini, con un particolare riferimento all’opera «I Sette di Gottinga», monumento realizzato per la piazza del Parlamento di Hannover, di cui è ricostruito l’iter creativo.
Già nel 2005 il Museo Bodini accolse una mostra di una quarantina di lavori sul Realismo Esistenziale, curata da Flavio Arensi e Alberto Montrasio, con la consulenza dello stesso Bodini, e ora al Castello di Masnago è di nuovo protagonista la ricerca contrastata e sofferta di artisti come Bepi Romagnoni, Paolo Schiavocampo, Giovanni Cappelli, Giansisto Gasparini o Giuseppe Guerreschi, con i lori timbri crudi e le tematiche esacerbate che raccontano di periferie, interni vuoti, personaggi segnati dalla sconfitta.
«La figura torna a essere codice di linguaggio per meglio comunicare un cruciale profondo bisogno di introspezione. Questa urgenza di andare verso nuovi contenuti interiori chiarifica una rinnovata coscienza di libertà interpretativa, molto eterogenea, che talora sfiora l’astratto, la non-forma, il Pop», scrive la curatrice in catalogo.
«Zivilcourage» prende spunto dalla rivolta che sette docenti dell’università di Gottinga fecero nel 1837, per protestare contro il re Ernst August che aveva violato la Costituzione. Bodini rimase colpito dal fatto -i docenti vennero deposti e allontanati dal regno- tanto da pensare a una grandiosa scultura per la città di Hannover. L’intero iter creativo, con disegni, bozzetti, le fotografie e gli studi preparatori, è ricostruito e affiancato da opere di artisti amici come Giuliano Vangi, Alberto Sughi o Maria Jannelli.
Palazzo Pirelli accoglie invece i lavori di 15 giovani artisti di Brera e dell’Albertina di Torino, ispirati alla libertà di pensiero e di espressione e guidati dall’allievo di Bodini Renato Galbusera.
«Dal Realismo Esistenziale alla Nuova Figurazione. Gli anni Cinquanta/Sessanta» - Varese, Castello di Masnago, via Cola di Rienzo 42, inaugurazione sabato 6 ottobre alle 16.30, fino al 12 gennaio da martedì a domenica 9.30-12.30 e 14-18, 0332.820409.
«Zivilcourage» - Gemonio, Museo civico «Floriano Bodini», via Marsala 11, inaugurazione sabato 13 ottobre alle 16.30, fino al 12 gennaio 2019 sabato e domenica ore 10.30- 12.30 e 15-18, info@museobodini.it.
«I Sette di Gottinga nella contemporaneità - Floriano Bodini maestro di Libertà» - Milano, Palazzo Pirelli, via Fabio Filzi 22, inaugurazione martedì 6 novembre alle 18.30, fino al 28 novembre 2018, info 335.5443223.
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